nostro inviato a Zanzibar
Il governo italiano sceglie lAfrica come un rilevante obiettivo strategico nellambito di un più generale piano di stimolo e rilancio della nostra economia in un momento di grave crisi internazionale. Rientra in questa strategia la missione che il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, con delega al commercio estero, Adolfo Urso, sta compiendo in questi giorni in Etiopia e Tanzania con unampia e qualificata delegazione che comprende il presidente dellIce Umberto Vattani, quello della Simest Giancarlo Lanna, una rappresentanza della Confapi e di una sessantina di imprese italiane.
Etiopia e Tanzania, dunque: è lAfrica subsahariana il dossier che il premier Silvio Berlusconi ha affidato a Urso. LAfrica è, paradossalmente, grazie al fatto che la sua crescita è saldamente legata alleconomia reale, unisola felice in un mare in tempesta. Basti pensare al suo tasso medio di crescita del Pil attestato al 5,5% annuo, paragonato all1% scarso di 15 anni fa. Il governo italiano vede nellEtiopia e nella Tanzania (ma anche nel resto dei Paesi del continente) produttori di materie prime strategiche (oro, platino, diamanti, uranio, cobalto, solo per fare alcuni esempi) necessarie al nostro fabbisogno e corteggiati da grandi potenze economiche come Stati Uniti, Cina e India; ma anche lo sbocco per lattività del vero nerbo della nostra economia nazionale, la piccola e media impresa.
Lobiettivo, ben apprezzato da associazioni come Confapi, è quello di proporre concrete opportunità di commercio e investimento, stimolando così linteresse dellimprenditoria italiana verso lAfrica. Il governo cerca naturalmente di orientare gli investimenti verso i Paesi che offrono le migliori attrattive, e dove linfluenza di altre nazioni è meno marcata. Questo perché - va detto - lItalia sconta un ritardo in questarea del mondo dove i colossi in precedenza citati si sono già ritagliati cospicue fette di mercato.
Ma è fuori discussione che il nostro governo si sta muovendo con un chiaro disegno strategico. Ad Addis Abeba il viceministro Urso e il presidente dellIstituto nazionale del commercio estero Vattani hanno presentato venerdì il Piano Africa davanti a una platea che comprendeva il ministro dellIndustria e commercio etiopico Girma Biru e il presidente della commissione dellUnione africana Jean Ping. Sono seguiti incontri con il premier Meles Zenawi e il presidente della Repubblica Girma Woldegiorgis da cui è uscito confermato un saldo rapporto di amicizia e fiducia nel nostro Paese. Tra ieri e oggi gli incontri di Urso con il premier di Zanzibar (isola dove gli italiani svolgono un ruolo rilevante nel fiorente settore del turismo) Amani Karube e le massime autorità della Tanzania a Dar es Salaam. Qui il viceministro inaugurerà il primo forum economico bilaterale.
Il Continente nero come nuova direttrice strategica della nostra economia, dunque. Nel Piano Africa del governo si parla di investimenti per costruire nuove imprese in loco, sfruttando immense risorse naturali come le foreste, i terreni ancora coltivabili, le acque degli oceani ancora pescose.
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