Cultura e Spettacoli

A Roma lo spettacolo di Bove&Limardi, tra tarantella e peperoncino

I due comici di Zelig in «Non ce la faccio più», con la regia di Enzo Jannacci, alla «Sala Umberto» della capitale

Conoscete il valore autentico della tarantella, capostipite della musica leggera italiana e non solo? E le proprietà nascoste del peperoncino, la cui astinenza provoca gravi riflessi nervosi?
Per scoprire certi segreti nulla di meglio di due comici calabresi della scuola di «Zelig», Andrea Bove e Enzo Limardi.
Nello spettacolo con la regia di Enzo Jannacci,«Non ce la faccio più. Per fare chiarezza», presentato alla sala Umberto di Roma, i due seguono il filone ormai ben noto di «Bentornati al sud», tra battute e scenette dalla vena surreale, rumori e suoni che scatenano l'ilarità.
I due artisti ripercorrono il viaggio verso il nord a ritroso, proponendo una serie infinita di situazioni umoristiche, con «flash back» sul passato in cui si ritrovano seduti sotto il sole a fare chiarezza sul senso della vita aspettando un misterioso «Tonino» e riflettendo sull'atavica determinazione meridionale a fare tutto fuorchè lavorare.
Si parla delle difficoltà che, malgrado la globalizzazione, incontra chi dal Sud va al Nord, soprattutto se il primo tratto dei 1200 chilometri di autostrada è la tristemente famosa « Salerno-Reggio Calabria», con i suoi interminabili lavori in corso.
Considerazioni comiche ma amare, condite di imprevisti, svisature, ritmi serrati. Apparentemente scollegate, ma che tutte insieme danno il senso della difficoltà di inserimento in un contesto diverso da quello d'origine.
Divertendo e divertendosi, Bove e Limardi mescolano lo sketch con la musica, alternano strumenti musicali veri a incredibili simulazioni vocali, mischiano jazz e tarantella, alla ricerca continua delle radici della loro e nostra cultura .
I due comici raggiungono il massimo dell'efficacia con le scenette su «Kalabriatel», surreale linea telefonica, che parla attraverso annunci tutti calabresi e dal senso nascosto al resto del mondo.
Risale agli anni Novanta l'incontro di Bove e Limardi con Enzo Jannacci e gli altri protagonisti a Milano delle serate del teatro «Bolgia umana», dove hanno messo in scena diverse pièce.
E negli anni il duo ha trovato il suo stile passando dalla tv («Colorado Café», «Zelig», «Bulldozer») al cinema («Le sciamane», «Branchie»), alla fiction («Compagni di scuola» su Raidue con Massimo Lopez). Assumendo una serie di maschere semiserie o ridicole a seconda delle occasioni.
Tutto sempra spontaneo e improvvisato, nello spettacolo romano, ma la gestualità, la sonorità, i ritmi sostenuti, l'attenzione per il dettaglio umoristico sono a lungo calibrati per creare il marchio di fabbrica «made il Calabria» della ditta Bobe & Limardi.
Fare chiarezza per i due comici , vuol dire scavare nelle influenze musicali della tarantella e nelle doti non solo culinarie del peperoncino, ma anche indagare nella vera essenza politica della sinistra, su quel rapporto tra la base e la dirigenza solo apparentemente paritario e nelle troppe «non scelte» che si traducono in battute come : «Siamo per la pace, ma anche per la guerra. Siamo per "Guerra e pace"» o «Siamo per i poveri, ma anche per i ricchi.

Siamo per "Ricchi e Poveri"».

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