Roma

Roma sporca, un equivoco strumentalizzato

RADIO Le parole del premier, relative anche ad altre città, erano riferite al decoro urbano

Roma sporca, un equivoco strumentalizzato

Nessuna accusa, solo un equivoco. Non c’è alcun disaccordo tra il sindaco Gianni Alemanno e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ieri mattina aveva definito Roma, ma anche Napoli e Palermo, «città africane» per la sporcizia e le scritte sui muri. Parole però che, secondo il sindaco e una precisazione successiva del premier, sarebbero state fraintese. Ieri mattina, infatti, dai microfoni di «Radio Radio», il presidente del Consiglio aveva chiesto «più cura degli spazi verdi, più attenzione alla pulizia, provvedimenti per evitare i graffiti che deturpano i muri» e aveva sostenuto che «fa male al cuore girare per città come Roma, Napoli, Palermo e vedere che come scritte e come lordura delle strade sembrano più città africane che europee». Sebbene il presidente Berlusconi avesse subito sottolineato che «Roma già mi piace così com’è» e che «Gianni Alemanno, ha molti progetti», subito si è accesa la polemica politica. Ma alla fine tra Alemanno e Berlusconi nessun problema: una telefonata chiarificatrice tra i due, intorno alle 12 e anche il minimo dubbio è stato fugato. «Ho già parlato con Berlusconi - ha spiegato Alemanno - le sue parole sono state ampiamente equivocate: a breve arriverà un suo chiarimento». Chiarimento che non si è fatto attendere. Il premier, infatti, poco dopo ha spiegato, in una nota, che si è trattato solo di un equivoco. «Non ho mai inteso attaccare, è ovvio, il sindaco Gianni Alemanno che sta svolgendo un eccellente lavoro su Roma, con grande e continuo impegno personale, per cercare di superare le pesanti eredità ricevute dalla sinistra», ha detto. Parole che non sono bastate a calmare gli animi. Per il capogruppo del Pd in Campidoglio, Umberto Marroni, infatti, Berlusconi dovrebbe fare «un tour anche nelle periferie romane che il sindaco ha definito solo alcuni giorni fa pezzi di terzo mondo». Accuse «banali e ormai consuete» per il capogruppo del Pdl in aula Giulio Cesare Dario Rossin, mentre per il segretario del Pd Lazio Roberto Morassut le parole di Berlusconi «hanno costretto il sindaco a una faticosa precisazione e lo stesso premier a una spericolata marcia indietro». «Era fin troppo evidente - ha detto l’assessore capitolino all’ambiente Fabio De Lillo - che il quadro presentato dal presidente Berlusconi facesse riferimento alla situazione catastrofica ereditata da questa giunta dopo 15 anni di centrosinistra. Anni in cui la manutenzione del verde è stata assolutamente abbandonata, come dimostra la situazione delle alberature cittadine su cui siamo dovuti intervenire urgentemente per colmare decenni di ritardi e di incuria».
Dal canto suo l’Ama, indirettamente chiamata in causa, ha fatto sapere che punta a rendere Roma più pulita entro la fine dell’anno con un nuovo modello di servizio. L’azienda municipalizzata per l’ambiente, d’intesa con il Comune, ha assunto l’impegno di portare la città agli standard qualitativi delle altre capitali europee. Il nuovo modello di raccolta, spazzamento e lavaggio delle strade, previsto dal piano industriale approvato dal consiglio di amministrazione nel febbraio scorso, «è stato attivato con urgenza - è detto in una nota - ed è già operativo in cinque municipi (17, 18, 6, 9 e 13), dove inizia a dare i primi risultati tangibili di maggior decoro».

Entro quest’anno, la città sarà suddivisa in circa 400 aree e i percorsi di raccolta dei rifiuti verranno modificati per «eliminare criticità in passato ricorrenti, come cassonetti pieni e sacchetti abbandonati e i servizi di spazzamento risulteranno potenziati» e almeno una volta al giorno tutte le vie principali saranno pulite.

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