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La Roma prima trema poi dilaga

Metamorfosi di Pizarro: il neo-acquisto, che firmerà il 4-0, entra e cambia volto all’incontro. Shakhtar schiantato dai gol di Taddei, Totti e De Rossi

da Roma
È cambiato tutto nel giro di dieci minuti o poco più, quelli necessari per cancellare dal campo gli ucraini e mettere sul trono Totti e la sua banda. Gol di Taddei, di Totti e di De Rossi nel giro di dodici minuti. Lo Shakthar, che fino a quel punto aveva tenuto il campo con un’autorità straordinaria, è prima caduto; poi, quando ha tentato di alzarsi, è stato colpito da un uno-due confezionato dai due giocatori simbolo di questa Roma, Totti e De Rossi. Il capitano sotto gli occhi del ct Donadoni, stretto in tribuna d’onore fra D’Alema e Petrucci, ha giocato una gara in crescendo, il gol una mazzata di potenza e precisione, palla sotto l’incrocio in giravolta, bacio della fede, prima rete da quell’infortunio con l’Empoli.
Poi c’è stato anche il sigillo di Pizarro per il poker finale, 4 a 0, e a quel punto Spalletti non sapeva come prenderla questa quaterna che d’incanto mette tutte le cose in ordine.
Ma se la Roma era riuscita a chiudere il primo tempo senza dolori doveva ringraziare solo quello spilungone di Brandao che si era esibito nella non semplice impresa di succhiarsi due palloni facili in piena area. Occasioni che capitano un paio di volte a campionato, a lui sono arrivate nel giro di venti minuti, sempre solo davanti all’esterrefatto Doni e prima ha calciato fuori di piatto destro da quattro metri, poi si è fatto ribattere il tiro dentro l’area piccola. Bravissimo in entrambe le occasioni Marica, prima con una fuga in velocità che ha tagliato fuori Tonetto, poi in dribbling secco su Chivu.
In quarantacinque minuti la Roma si era vista solo con un diagonale alto di Perrotta e un destro schiacciato di Mancini in piena area. Aver chiuso un tempo senza mai prendere la porta e senza capire se Shutkov era solo una riserva, non era un gran segnale per Spalletti.
Nell’aria l’idea che qualcosa il tecnico dovesse cambiare e il nome era Pizarro. Invece niente, la Roma tornava in campo con la stessa formazione e Marica decideva di fare tutto da solo in dribbling, poi rientrando fino a presentarsi in area per scagliare un sinistro violentissimo che Doni vedeva sibilare alla sua destra. E poi c’è Brandao che decide di dare un nuovo saggio su delizioso invito di Matuzalem che lo pescava bene tutto solo, sinistro malinconico e altissimo.
È a questo punto che Spalletti ordina a Pizarro di scaldarsi, il cileno entra e dopo sei minuti Taddei cambia il risultato. Pasticciano in quattro in piena area, nessuno colpisce il pallone, destro violento. Scatenamento generale, nel giro di pochi minuti la Roma straccia lo Shaktar e lo manda in demolizione, rete di Totti da paura, terzo gol di De Rossi. Forse Pizarro c’entra poco ma se è vero che appena è stato sostituito sabato con il Livorno, la Roma è andata in vantaggio, finendo come causa di tutti i mali, allora è altrettanto onesto rilevare che appena entrato lui, è iniziata la goleada, sancita da un sigillo, il quarto gol, con palla controllata al limite e indirizzata dove nessuno poteva arrivarci.


Una vittoria larga, larghissima, forse oltre le reali potenzialità viste in campo, almeno dopo un tempo, ma questa Roma e questo Totti non sanno neppure loro dove possono arrivare, sia in campionato che in Champions league.

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