La 14enne sinti travolta da volante. l'agente minacciato dai parenti

Sheena Lossetto era di origini sinti e voleva diventare modella. Alcuni componenti della comunità hanno cercato di entrare nell’ospedale dove era ricoverato uno dei due agenti

La 14enne sinti travolta da volante. l'agente minacciato dai parenti

Una tragedia quella che è avvenuta ieri a Roma, dove una ragazzina di 14 anni è morta in seguito all'incidente avvenuto mentre si trovava in macchina con padre, madre e fratello. L’auto è stata investita da una volante della polizia lanciata all’inseguimento di due rapinatori. Un violento impatto che ha ucciso la giovane, morta poco dopo essere giunta in ospedale. Gravissimo anche il fratello 20enne che lotta tra la vita e la morte, ricoverati anche i genitori della ragazza.

L'adolescente è arrivata d'urgenza in condizioni disperate all'ospedale San Giovanni ed è morta poco dopo il suo arrivo. Qui, una volta appresa la tragica notizia, si sono riversati i parenti e gli amici della 14enne, con momenti di tensione che hanno richiesto l'intervento del Reparto Mobile della polizia. Al San Giovanni è stato portato il secondo agente, mentre quello che guidava si trova al policlinico Casilino. L'agente che era alla guida della volante scontratasi con la vettura guidata dal padre della giovane si trova ora sotto scorta, per paura che vi possano essere rivendicazioni nei suoi confronti. La famiglia della vittima, di etnia sinti, già ieri sera si è presentata in ospedale e hanno minacciato l'agente. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, e dal pomeriggio di ieri al policlinico Casilino, dove si trova ricoverato l'agente, sono stati lasciati di guardia alcuni colleghi del poliziotto della stradale.

Sheena, 14enne morta dopo il tragico incidente

Una tragica fatalità per la quale la procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale ma intanto già dal pomeriggio di ieri al policlinico Casilino sono rimasti di guardia alcuni colleghi dell'agente della stradale. Dei componenti della comunità sinti di cui Sheena Lossetti, questo il nome della giovane vittima, faceva parte, non sembrano voler aspettare il decorso delle indagini, più propensi a vendicarsi da soli. Sheena, italiana di origini sinti, era bellissima e sognava di diventare una modella. I suoi sogni si sono però infranti ieri, poco dopo le 13, all’incrocio tra via di Salone e via Andrea Noale, periferia est della Capitale, poco lontano da un campo rom. La 14enne si trovava a bordo della Fiat Punto guidata dal padre Daniele e con loro anche la mamma Lucia Zito e il fratello 20enne Giosuè.

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, lo zio materno Marco ha raccontato che “stavano andando al centro commerciale sulla Tiburtina per fare degli acquisti, mio cognato è prudente, lo prendiamo tutti in giro perché va piano, lo chiamiamo er lumaca”.

Dopo una curva però il destino di quella famiglia è andato a incrociare quello di due poliziotti che stavano inseguendo dei ladri.

Sognava di diventare modella

Sheena amava la moda ed essere fotografata, come si può ben vedere sulla sua pagina Facebook. Una ragazza che sognava una vita diversa, che non comprendeva roulotte e container. Una zia ha raccontato che la nipote amava vestirsi bene e passava le giornate a farsi i selfie con le sue amiche mostrando accessori e scarpe. “Si atteggiava a fare la modella con i suoi bei capelli lunghi sempre luminosi e ben curati, ma era solo una bambina che il padre non voleva fare uscire mai di casa, tanto era geloso. Se la prendeva pure con me perché lasciavo che andasse al bar per passare i pomeriggi con le mie figlie. Anche ieri erano state insieme. Sheena era solo una bambina. Hanno distrutto una famiglia”. Sheena abitava al “residence” come viene chiamato dai sinti, un grande comprensorio chiuso nella zona di Valle Martella.

Attimi di tensione e dolore, agente sotto scorta

La rabbia è tanta per quella giovane vita spezzata, per quella ragazza morta in pochi minuti. Tanta rabbia da portare alcuni componenti della comunità a identificare negli agenti che si trovavano sull’altra macchina i carnefici. Un gruppo di uomini e donne ha raggiunto l’ospedale San Giovanni e là qualcuno ha dato pugni a una volante, qualcun altro ha imbracciato un bastone. Momenti di tensione che hanno portato la polizia a circondare l’ospedale e a decidere di mettere sotto scorta il poliziotto che stava guidando la macchina durante il tragico incidente e che si trova in un'altra struttura ospedaliera.

Tutto è finito poi nella disperazione e nel dolore dei parenti e amici di Sheena. Toccherà allo zio della 14enne riconoscerne il corpo, e confessa: “Non so come farò a dire a mia sorella che Sheena non c’è più. Lei e il marito hanno solo questi due figli. Non si riprenderanno”. Intanto all’Umberto I il fratello della giovane, Giosuè, stava subendo un delicato intervento chirurgico a cuore aperto. Un cugino ha raccontato che la 14enne era solare, e che scherzavano sempre insieme. Le piaceva cantare, ballare e divertirsi, un po’ come tutte le ragazzine della sua età.

L’agente 45enne, con oltre dieci anni di servizio, che era alla guida della Jeep che si è scontrata con la Fiat Punto è vivo, ha la clavicola immobilizzata e il polso ingessato. Ma non potrà mai dimenticare né perdonarsi quello che è successo ieri, e lo ha detto alla moglie.

Da ieri è scortato da due colleghi per evitare che parenti o amici della vittima possano volere vendicarsi. Nei prossimi giorni il poliziotto sarà ascoltato anche dal pubblico ministero che sta seguendo l’inchiesta per la Procura di Roma.

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