Cronaca locale

A 40 anni "deve trovarsi un lavoro", lo dice la Cassazione

Come ha stabilito la legge con una sentenza definitiva la ‘ragazza’ di 39 anni non potrà più essere mantenuta dal padre

A 40 anni "deve trovarsi un lavoro", lo dice la Cassazione

A volte la vita è davvero dura, e così una giovane di soli 39 anni è costretta a trovarsi un lavoro e a non poter più fare affidamento sulla paghetta settimanale del paparino. Già perché la Cassazione ha deciso in una sentenza dello scorso 11 novembre che i genitori non hanno più nessuna responsabilità nei suoi confronti. E pensare che la donna, estetista di quasi 40 anni, era certa di essere nel giusto, dato che aveva denunciato il padre.

Il padre vive con una pensione di 1.200 euro

Come riportato da Il Messaggero, la figlia non è economicamente autosufficiente e non riesce a trovare un lavoro che le vada bene e possa assicurarle une certa disponibilità economica senza ricorrere al portafoglio del genitore. Da sottolineare che il padre in questione è un pensionato che nel 2013 aveva attraversato un momento di crisi dopo la separazione dalla moglie e l’uscita di casa. Da un momento all’altro l’uomo si era quindi trovato a dover campare con i 1.200 euro della pensione, con i quali doveva pure pagare un affitto. Alla moglie il pensionato passava 900 euro. A complicare la situazione la richiesta della figlia di avere 800 euro al mese.

La risposta del padre, che suggerì alla figlia di trovarsi un lavoro, non è però stata accolta nel migliore dei modi e anzi, la donna ha pensato bene di denunciarlo e trascinarlo in tribunale. L’iter giudiziario è stato ovviamente lungo, anche perché inizialmente i giudici di Roma nel 2014 avevano dato ragione alla figlia, ma non alla moglie che era ricorsa in appello. I giudici di secondo grado hanno sentenziato che alla moglie non spettava niente, ma che alla figlia toccava invece una "paghetta" mensile di 300 euro, oltre al 50% delle spese mediche sostenute. E poteva anche vivere nell'appartamento con la madre. Tutto questo perché la ragazza non risultava economicamente indipendente.

Adesso la 39enne deve iniziare a lavorare

Ma la Cassazione ha cambiato tutte le carte in tavola. Nella sentenza si legge: “Il figlio divenuto maggiorenne ha diritto al mantenimento a carico dei genitori soltanto se, ultimato il prescelto percorso formativo scolastico, dimostri (...) di essersi adoperato effettivamente per rendersi autonomo economicamente, impegnandosi attivamente per trovare un'occupazione in base alle opportunità reali offerte dal mercato del lavoro”. Quindi “i giudici di Appello avevano omesso di considerare la titolarità dell'abilitazione professionale, il rifiuto dell'impiego presso il padre e delle offerte di lavoro, pure confessate dalla figlia, sentita in primo grado”.

C’è comunque da dire che secondo la Corte non è sufficiente che i figli siano diventati maggiorenni per essere considerati autosufficienti. I genitori hanno comunque l’obbligo di mantenerli “là dove, senza colpa, siano ancora dipendenti dai genitori”. Qui però la colpa c’era eccome. Comunque, anche se i figli sono disoccupati, “non è l'attuazione dell'obbligo di mantenimento del genitore destinato a soddisfare l'esigenza a una vita dignitosa”, “ma altri strumenti di ausilio che, ormai di dimensione sociale, restino finalizzati a dare sostegno al reddito, fermo l'obbligo alimentare da azionarsi nell'ambito familiare per supplire ad ogni più essenziale esigenza di vita dell'individuo bisognoso”. In poche parole, se i genitori danno al figlio tutte le possibilità ma questi non ci pensa proprio a lavorare, il problema è suo.

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