Cronaca locale

Arrestato pusher con reddito di cittadinanza, "arrotondava" con lo spaccio

In manette un 52enne di Marino, in provincia di Roma, beneficiario del reddito di cittadinanza. Spacciava nonostante percepisse il sussidio di 500 euro

Arrestato pusher con reddito di cittadinanza, "arrotondava" con lo spaccio

Evidentemente i 500 euro del reddito di cittadinanza non gli bastavano più. Così un 52enne disoccupato di Marino, in provincia di Roma, per arrotondare aveva messo su un giro di spaccio nello stesso comune dei Castelli Romani.

L’uomo è stato fermato ieri dai carabinieri per un normale controllo, mentre viaggiava a bordo della sua auto, ed è stato trovato in possesso di diverse dosi di sostanza stupefacente. In un sacchetto aveva nascosto 14 confezioni di cocaina, tre di eroina e due di hashish, pronte per essere consegnate ai clienti.

È scattata così la perquisizione all’interno della sua abitazione, che si trova a Rocca di Papa, dove i militari hanno rinvenuto un bilancino di precisione e diversi strumenti e materiale utili a confezionare la droga. Il 52enne, tra le altre cose, era già noto alle forze dell’ordine, sempre per reati connessi allo spaccio e alla detenzione di sostanze.

Nonostante questo, però, il disoccupato era riuscito ad ottenere il sussidio targato Movimento 5 Stelle. Ora l’uomo si trova agli arresti domiciliari in attesa di essere processato con il rito direttissimo. E non è il primo pusher a percepire il reddito di cittadinanza. Aveva la tessera "Rdc" in tasca anche il cittadino nigeriano fermato dai carabinieri lo scorso dicembre alla Stazione Tiburtina con più di un chilo di marijuana nello zaino.

I militari avevano sequestrato tutto, compresa la card con cui ogni mese il migrante africano ritirava il sussidio. Ad essere scovato all'inizio di febbraio è stato anche un disoccupato di Mezzocamino, a Roma, a cui l'Inps corrispondeva il reddito. Per il fisco, infatti, era nullatenente. Ma in casa sua la Guardia di Finanza ha trovato 5700 euro in contanti e 62 dosi di polvere bianca.

Erano beneficiari della misura assistenziale anche i nuclei familiari di 9 degli 11 destinatari di un provvedimento cautelare spiccato nei giorni scorsi dopo il blitz della Guardia di Finanza di Messina per smantellare un traffico di sostanze stupefacenti tra Sicilia e Calabria.

Venerdì altri sedici "furbetti" erano stati scoperti a Foggia. In questo caso non si trattava di pusher, ma di persone regolarmente assunte che percepivano stipendi fino a 1800 euro mensili o lavoravano in nero, ed incassavano contestualmente il reddito di cittadinanza. Per corrispondergli il beneficio economico l’Inps di Manfredonia ha speso finora 55mila euro.

Una somma acquisita illecitamente che ora l’ente previdenziale cercherà di recuperare.

La pena per chi si appropria indebitamente del sussidio introdotto nel 2019 dal governo Conte I, è la "reclusione da due a sei anni in caso di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, od omesse informazioni dovute; da uno a tre anni, per non aver comunicato all'Inps variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari".

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