Cronaca locale

"Ha il Covid? Bene": le chat dell'orrore contro il bimbo autistico

Il bimbo sarebbe stato deriso dalla maestre in una chat di gruppo. I messaggi e la denuncia della madre: "Speravano che non tornasse a scuola"

"Ha il Covid? Bene": le chat dell'orrore contro il bimbo autistico

Deriso dalla maestre in una chat di gruppo. È quanto denuncia la mamma di Luca (nome di fantasia), un bimbo di 6 anni affetto dal disturbo dello spettro autistico. La donna ha raccontato in una intervista a Il Messaggero che il figlioletto sarebbe stato dileggiato dalle insegnanti mentre era in quarantena per via del Covid. "Prentendiamo giustizia di fronte a un comportamento tanto crudele, queste persone non devono restare impunite, non meritano di esercitare la professione e non siamo noi a dover trovare un'altra scuola", è l'appello dei genitori.

La storia

Immaginate di essere Luca. Immaginate di guardare il mondo con occhi diversi. E poi provate a mettervi nei panni di quei genitori che convivono, più o meno serenamente, con un bimbo affetto dal disturbo dello spettro autisco. Come vi sentireste se vostro figlio fosse deriso dalle maestre? Se la storia fosse vera - il beneficio del dubbio è lecito fino a prova contraria - sarebbe a dir poco raccapricciante. Tutto comincia a febbraio, quando Luca è isolamento domiciliare per aver contratto il Coronavirus. "Le maestre, - racconta la mamma di Luca che chiede l'anonimato - due insegnanti di ruolo, in una chat con la docente di sostegno, iniziano a scriversi per sapere come sta Luca". A detta del genitore, le insegnanti non avrebbero mostrato sincera apprensione per le condizioni di salute dell'alunno ma si sarebbero assicurate che il bimbo fosse ancora degente. "Auspicavano che le sue condizioni fossero tali da evitare il rientro a scuola - prosegue la madre del piccolo - perché così loro avrebbero respirato e sarebbero state meglio".

Le chat

"Lui è tornato a scuola? Almeno ci prepariamo all'evento". Avrebbe chiesto una delle maestre alla collega. "Hanno fatto il tampone ma sono ancora positivi, quindi la giornata comincia bene", sarebbe stata la replica dell'insegnante di sostegno. E poi, ancora: "Mi dispiace per loro (i genitori di Luca ndr) - avrebbe commentato un'altra docente - ma a noi ci dice bene". Da ultimo, la frase lapidaria: "Non svegliate il cane che dorme. E speriamo che continui a dormire". Le conversazioni si sarebbero intensificate salvo poi sfumare a seguito del rientro di Luca a scuola. È in quella circostanza che la donna sarebbe stata informata dello scambio di messaggi tra le maestre del bimbo. "Mi è crollato il mondo addosso quando ho letto quelle chat. - dice - Fa più male di un coltello piantato nella schiena".

La scuola

I genitori di Luca hanno chiesto spiegazioni alle insegnanti e al vicepreside dell'Istituto, una scuola elementare di Roma, ma non avrebbero ricevuto riscontro. "L'insegnante di sostegno negava tutto, - racconta ancora la madre del piccolo - non voleva parlare e a scuola sono arrivate anche le forze dell'Ordine. Avrei rischiato una denuncia per violazione della privacy poiché non facevo parte di quella maledetta chat". Non ricevendo riscontro dalle istituzioni, la famiglia di Luca si è rivolta all'associazione "La battaglia di Andrea", promossa da due genitori campani che hanno vissuto una situazione analoga: lo scorso anno il figlioletto fu "bandito" dalla recita di Natale per via della sua disabilità. "Se tutto ciò fosse vero, sarebbe una cosa gravissima. - commenta Asia Martucci, presidente dell'associazione - Siamo certi che la scuola chiarirà la situazione e soprattutto siamo certi che gli organi competenti faranno il loro dovere affinché salti fuori la verità".

La mamma di Luca non si dà per vinta: "Mio figlio potrebbe essere il figlio di tutti".

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