Cronaca locale

La beffa di "affittopoli": abitare al Colosseo costa ancora 133 euro al mese

Continua l'affittopoli romana ad un anno dalla dichiarazione di guerra di Virginia Raggi agli "scrocconi". I canoni di affitto degli immobili patrimonio del Comune di Roma sono aumentati soltanto di poche decine di euro

La beffa di "affittopoli": abitare al Colosseo costa ancora 133 euro al mese

“È ora di pagare”, scandiva un anno fa Virginia Raggi sulla sua pagina Facebook dichiarando la fine di “affittopoli”. L’imperativo era quello di “riadeguare i canoni, andare a riscuotere gli arretrati e cacciare chi non ha titolo” dagli appartamenti del centro storico occupati per poche centinaia di euro al mese. Ma ad un anno dal proclama quasi nulla è cambiato.

Il prezzo di affitto annuo dei 40mila immobili che formano il patrimonio del Comune di Roma è ancora molto lontano dagli standard di mercato. Basta navigare sul sito del Campidoglio e dare un’occhiata al documento redatto dal dipartimento del Patrimonio e delle Politiche Abitative relativo ai “canoni del patrimonio disponibile” aggiornato al marzo scorso, per scoprire che per affittare un appartamento a via del Colosseo bastano soltanto 133 euro al mese. Poco più di 1600 euro l’anno. Una cifra che sa di beffa, soprattutto se confrontata con il vecchio canone di 103 euro mensili. L’aumento è stato soltanto di 30 euro.

Altro che rivoluzione: i prezzi sono saliti di qualche centinaia di euro nel migliore dei casi e di pochi spiccioli nel peggiore. Così nonostante la guerra ai furbetti degli appartamenti in centro a prezzi stracciati c’è ancora chi può permettersi il lusso di soggiornare in una casa con vista spettacolare sulla Fontana di Trevi per soli 433 mensili. Sebbene in qualche caso siano stati predisposti aumenti congrui con i prezzi di mercato, i canoni sono rimasti pressocché gli stessi anche in altre zone del centro, come Trastevere e Borgo Pio.

L’assessore al patrimonio, Rosalba Castiglione, sentita dal Messaggero, ha chiarito come gli aumenti irrisori siano dovuti alle “variazioni Istat”. Per il cambiamento vero e proprio, ha fatto sapere, servono le disdette degli inquilini, per le quali però bisognerà aspettare ancora a lungo. La battaglia agli scrocconi, promettono dal Campidoglio, va avanti.

Ma finora ha ottenuto scarsi risultati.

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