Cronaca locale

Comune vietò l'affissione di manifesti contro aborto. Il Tar: "Atto legittimo"

L'associazione Pro Vita ribatte: "Noi violenti e oltre i limiti della sensibilità per aver mostrato un feto"

Comune vietò l'affissione di manifesti contro aborto. Il Tar: "Atto legittimo"

Secondo il Tar del Lazio, il provvedimento con cui il Comune di Roma vietò, lo scorso anno, l'affissione dei manifesti che sensibilizzavano sul tema dell'aborto non è illegittimo. Il Tar ha così respinto il ricorso proposto dall'associazione Pro Vita onlus, che aveva riempito Roma di cartelloni in cui veniva ritratto un feto, accompagnato dalla scritta: "Tu eri così a 11 settimane".

I giudici amministrativi non hanno riscontrato nessuna violazione nel divieto imposto dal Comune all'affisione dei manifesti, dato che l'amministrazione può vietare particolari pubblicità, per motivi di pubblico interesse, come ricordato dal Corriere della Sera. L'uso degli spazi pubblicitari, infatti, "necessita del consenso dell’ente proprietario, il quale ben può regolare le forme di espressione dei manifesti e dei cartelloni che vengono affissi nel circondario dello spazio cittadino". È legittimo, quindi, chiedere che i contenuti dei cartelloni non superino precisi limiti di violenza visiva e verbale e quelli di un eccessivo impatto emotivo.

L'associazione Pro Vita, intanto, sta valutando se appellarsi al Consiglio di Stato. "'Tu eri così a 11 settimane, tutti i tuoi organi erano presenti, già ti succhiavi il pollice'. Ora, giudicate voi se c’è violenza nelle nostre frasi sull’embrione", hanno commentato il presidente e il vicepresidente dell'associazione, Toni Brandi e Jacopo Coghe. E aggiungono: "Poi domandiamoci perché un bambino nella pancia oggi scandalizzi più di certe foto volgari e piene di nudità o dell’invito al consumo di marijuana che si incontrano per strada alzando gli occhi". Il Tar, con la sentenza, ha affermato, deducono gli esponenti di Pro Vita, "che il Comune ha il diritto di regolamentare i messaggi che appaiono sugli impianti di sua proprietà e che il messaggio di Michelino, come abbiamo chiamato il bambino rappresentato nelle immagini, supera i limiti della sensibilità comune".

608px;">Se così fosse, però, il Comune dovrebbe agire anche sui messaggi degli spot dell'Agenzia di Pompe Funebri Taffo: "Non contengono anch’essi una certa 'violenza del messaggio' , scherzando sulla morte nostra e dei nostri cari? Ci aspettiamo che il sindaco di Roma Virginia Raggi intervenga su tutti i manifesti provocatori".

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