Cronaca locale

Corruzione al Miur, anche mille euro per l’estetista

A disposizione di una dirigente ci sarebbe stata una carta di credito con cui pagare le spese ordinarie

Corruzione al Miur, anche mille euro per l’estetista

La corruzione al Miur, il ministero dell’Istruzione, passa dai pagamenti per spese non necessarie a favori di ogni tipo. A svelare tutto è stata Valentina Franco, 31enne tuttofare di Giovanna Boda, l’ex responsabile del Dipartimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell'Istruzione, durante l’interrogatorio. A indagare per corruzione, il pubblico ministro Carlo Villani. Come riportato dal Corriere della sera, tra gli episodi c’è quello riguardante le rivelazioni a terze persone sui singoli progetti in cantiere. La Franco ha ammesso che tutti erano a conoscenza del fatto che parlare di modifiche di bandi dei progetti e dei contratti con persone esterne al ministero fosse illegale. Ma comunque lo facevano.

Spendeva anche 1000 euro a settimana

L’assistente ha poi raccontato della carta di credito per le spese ordinarie messa a disposizione della dirigente dallo psicoterapeuta ultra settantenne Federico Bianchi di Castelbianco, il presidente dell'agenzia Dire, che, in quanto finanziatore del sistema, si trova agli arresti per gli stessi motivi.“So che la carta era usata per la Boda. Noi altri non prendevamo nessun rimborso per le spese che avevamo anticipato per la Boda. Faceva principalmente spese personali, come chirurgia o parrucchiere o unghie lasciando anche mance generose. Spendeva 1.000 euro a settimana”, ha spiegato la Franco. Sempre Federo Bianchi di Castelbianco si faceva carico anche di altre spese, tra le quali gli aiuti al figlio disabile di una conoscente della Boda. La tuttofare ha anche dato una sua opinione sulla vicenda, asserendo che a suo parere l’ideatore dell'intero sistema era proprio la dirigente.

Favori anche alla nipote

Era anche necessario trovare enti compiacenti che accettassero di figurare nei pagamenti degli stipendi della Franco e di altri collaboratori. La donna ha riferito: “Il periodo in cui siamo stati senza stipendio il pagamento ci veniva effettuato tramite bonifici dalle scuole. In realtà era il nostro stipendio per l'attività che svolgevamo in favore della Boda”. Proprio riguardo le scuole c’è da aprire una parentesi. La Boda faceva avere ad alcune di queste strutture dei piccoli finanziamenti per progetti didattici, oltre a un certo trattamento di amicizia, comunque lecito, e queste scuole avevano anche contatti diretti con Bianchi di Castelbianco, come precisato dalla Franco:“Non necessariamente venivano scelte dalla Boda. Erano quelle che risultavano più ‘disponibili’. Conosco ad esempio... il Regina Elena a Roma; poi c'erano dei progetti piccoli al Virgilio di Roma di cui era preside la Vocaturo”. Un altro favore è stato messo a verbale: alla nipote del marito della Boda, Rachele Sempreviva, Bianchi di Castelbianco pagava l’affitto della casa, l’università e lo stipendio. Ma di questo, la Franco è sicura che il marito della Boda non sapesse nulla.

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