Coronavirus

Covid, nuovi poveri occupano alloggi della Difesa: "Lo Stato non ci dà alternative"

Una decina di famiglie messe in ginocchio dal Covid occupano gli ex alloggi dell'Aeronautica militare ad Ostia. Tra loro c'è anche Carlo, 51 anni, autista Ncc finito a dormire in spiaggia dopo aver perso il lavoro: "Prima di arrivare qui ho pensato spesso al suicidio, adesso ho ritrovato la dignità"

Covid, nuovi poveri occupano alloggi della Difesa: "Lo Stato non ci dà alternative"

"Cosa vivo a fare?". Nelle notti passate da accampato sulla spiaggia di Ostia, Carlo, 51 anni, se lo è domandato tante volte. Il freddo, la fame e l'abbandono lo hanno portato ad un passo dal baratro. La crisi economica provocata dalla pandemia lo ha messo in ginocchio. "Avrei dovuto ricominciare a lavorare a marzo, avevo già un accordo con un grande tour operator, ma con il Covid è saltato tutto e sono finito in mezzo alla strada", racconta.

Autista Ncc e guida turistica, Carlo è una delle vittime collaterali del coronavirus. Di punto in bianco si è ritrovato a vagabondare senza meta né speranza. Finché non è finito davanti al cancello degli ex alloggi dell'Aeronautica militare di via delle Baleniere 263. Una manciata di fabbricati abbandonati, di proprietà del ministero della Difesa, che stavano andando in malora. "Meglio abusivo che clochard", si è detto prima di scivolare dietro un'intercapedine della recinzione. "È una soluzione temporanea, mi serve solo un po' di tempo per rimettermi in carreggiata e provare a trovare un lavoro", assicura mostrandoci una pila di curriculum freschi di stampa.

Non è il solo ad aver scelto di trasferirsi qui. In tutto si sono stabilite nelle villette dei militari almeno una decina di famiglie. Tra gli occupanti c'è anche Daniele, 40 anni. Tre mesi prima che la curva dei contagi iniziasse a salire vertiginosamente aveva inaugurato il suo bistrot a Fiumicino. Un locale in cui ha investito i risparmi di una vita. La stessa segnata da un incidente e diverse operazioni che non gli hanno permesso di continuare la sua carriera da barman acrobatico: "Era la mia ultima possibilità, e ora mi tocca ricominciare da zero ancora una volta". La serranda che si abbassa per colpa del Covid è un sogno che va in pezzi. Anche lui, come Carlo, si è ritrovato in un vicolo cieco: "Ancora sto aspettando la cassa integrazione, probabilmente arriverà quando sarà finita l'emergenza". "Non mi sarei mai aspettato - ci confessa - di trovarmi costretto ad un gesto simile, ma se lo Stato non ci dà alternative dobbiamo costruircele da soli".

In queste settimane l'occupazione è finita nella bufera. È stata proprio la politica, la stessa che fatica a dare risposte al deserto economico lasciato dal Covid, a puntare il dito contro gli occupanti. La loro colpa? Essere spalleggiati da CasaPound Italia. Giovanni Zannola, consigliere comunale del Partito Democratico, ha già rivolto un'interrogazione alla sindaca. L'intero stato maggiore Dem è determinato ad impedire "ai nuovi fascisti" di mettere radici in via delle Baleniere. Luca Marsella, consigliere del partito di estrema destra in X Municipio, ci tiene a chiarire: "Noi abbiamo solo risposto al grido di aiuto di queste persone. Siamo arrivati a cose fatte e ci siamo offerti di dare una mano a rendere vivibili gli alloggi che, nel tempo, si sono trasformati in un ricovero per clochard". "È paradossale che mentre le famiglie sprofondano nell'indigenza esistano stabili come questo, che potrebbero essere utilizzati per fronteggiare l'emergenza abitativa".

La richiesta al ministro della Difesa, Lorenzo Guerrini, è quella di "regolarizzare gli occupanti, fissando un canone sociale". Ma da via XX Settembre è già arrivato l'altolà. In un comunicato diramato il 30 aprile scorso fanno sapere di essersi attivati "senza indugi sporgendo denuncia ai carabinieri per il successivo coinvolgimento dell'autorità giudiziaria competente e predisponendo gli atti propedeutici per effettuare la richiesta di sgombero". L'idea di dover tornare alla precarietà è inaccettabile per Carlo: "Uno sgombero senza alternative, sarebbe una condanna a morte". "In questi mesi ho pensato spesso al suicidio, non ne vado orgoglioso ma è così, non sapevo più a chi rivolgermi".

"Qui - conclude - ho ritrovato la dignità".

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