Cronaca locale

Degrado e baby gang: ecco il "suk" a due passi dal Vaticano

A Roma Nord il quartiere Aurelio vive una situazione di degrado mai vista prima. Tra l'insorgere di slot machine, minimarket e negozi etnici che vendono alcol a tutte le ore, i residenti ora temono anche le aggressioni delle baby gang

Degrado e baby gang: ecco il "suk" a due passi dal Vaticano

Degrado, bivacchi e baby gang. Sono i problemi delle periferie di tutte le grandi capitali europee. Ma a Roma ormai bisogna farci i conti anche nelle zone residenziali che si trovano a ridosso del centro.

Roma, il quartiere Aurelio: tra slot machine, minimarket e risse tra stranieri

Come il quartiere Aurelio, non lontano dal Vaticano. Un’area che ospita circa 37mila abitanti tra vie dello shopping, palazzine eleganti e villette. Oggi, però, passeggiando lungo la Circonvallazione Cornelia l’impressione è quella di trovarsi, piuttosto, immersi in un grande suk con negozi etnici, sale di slot machine e call center gestiti da stranieri, che hanno preso il posto delle vecchie botteghe artigiane. “Ormai ci sono frutterie e minimarket in questa via”, ci dice Franco, storico barbiere della zona.

È una mosca bianca in una strada, via di Circonvallazione Cornelia, che ormai è stata conquistata dalle attività gestite da stranieri. “Il decoro è solo un ricordo – si lamenta – spesso ci sono risse e litigi”. “Del resto si sa, quando uno beve perde la testa e può succedere di tutto”, ci dice con gli occhi concentrati sulla nuca del suo cliente. Nel vicino capolinea dei bus Atac e Cotral è un tappeto di bottiglie rotte e abbandonate. Ormai, insieme a via Cardinal Caprara, è diventata la mecca di decine di sbandati che si riforniscono fino a tarda ora nei minimarket della zona. Appena fa buio si ritrovano in piccoli gruppi e iniziano a bere fino allo stordimento. “Apparentemente non fanno nulla, ma la sera ho paura a rientrare a casa con mio figlio”, dice una donna che abita nella via. Sì, perché quando l’alcol inizia ad entrare in circolo dagli schiamazzi alle mani il passo è breve. “Un paio di settimane fa alcuni egiziani hanno fatto dei commenti sulla fidanzata di mio figlio, mentre stavano passeggiando”, racconta Luigi Fiorentini, anche lui residente in via Cardinal Caprara. “Lui ha reagito – continua – così dalla bisca sono arrivati i rinforzi: erano in cinque, due lo tenevano e gli altri gli menavano”. Poi la corsa all’ospedale. “Se l’è cavata con il setto nasale rotto e qualche problema alla mandibola”, ci dice.

Il quartiere alle prese con un nuovo fenomeno: le aggressioni delle baby gang

Ma delinquenza e insicurezza non riguardano solo l’area che circonda il capolinea dei bus. “A piazza Giureconsulti ci sono stati episodi di aggressioni fisiche da parte di baby gang”, ci spiega Danilo, esercente della zona. “Prendono di mira i loro coetanei derubandoli del cellulare o di pochi spiccioli”. Non solo. “A settembre sono stati effettuati degli arresti per spaccio e non è raro trovare siringhe a terra qui in piazza o nel perimetro del parco del Pineto”. Nonostante gli sforzi di polizia e vigili urbani, secondo i residenti, il numero di agenti messi a disposizione non sarebbe sufficiente a controllare un territorio di oltre 8 km quadrati.

Alla paura, come se non bastasse, si aggiunge anche il degrado. “Le mamme e i papà che accompagnano i bambini a scuola ormai devono fare lo slalom tra l’immondizia per passare sui marciapiedi”, denuncia il negoziante. I cassonetti della zona ormai strabordano di rifiuti. “D’estate è un incubo”, si lamenta il portiere di uno stabile. E se l’Ama fatica ad effettuare la raccolta, niente paura. Ci pensano i nomadi. “Rovistano nei secchioni e così anche le rare volte che passano a ritirare l’immondizia la maggior parte dei rifiuti resta sui marciapiedi”, ci spiega Emanuele Mastrangelo, un altro residente che si batte per la riqualificazione della zona. Un gruppo di rom si è stabilito ormai da anni nei camper che stazionano dietro l’Auditorium costruito dieci anni fa e mai inaugurato per colpa di un incendio divampato durante i lavori. Doveva essere un centro di aggregazione per i cittadini, invece è diventato l’ennesimo mostro di lamiere e cemento. “Qui anni fa fu stuprata una filippina, mentre pochi metri più avanti il parco del Pineto è diventato ritrovo delle baby gang del quartiere e punto di riferimento per la prostituzione maschile”, denuncia Daniele Giannini, consigliere regionale della Lega ed ex presidente del Municipio, che punta il dito contro Comune e Municipio, “che in questi anni non hanno fatto nulla per assicurare il decoro e contrastare l’illegalità”.

Per questo, attacca il consigliere leghista, “il quartiere si è trasformato in un bazar” dove regnano sporcizia e insicurezza.

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