Cronaca locale

Discarica di Albano sequestrata, l’affondo del centrodestra a Gualtieri e Zingaretti

Fratelli d'Italia e Lega si scagliano contro il sindaco e il presidente di Regione. Anche la lista Calenda non sta zitta

Discarica di Albano sequestrata, l’affondo del centrodestra a Gualtieri e Zingaretti

Gli esponenti del centrodestra si scagliano contro la premiata ditta Gualtieri&Zingaretti colpevole, a loro dire, di non aver gestito nel modo giusto i rifiuti nella Capitale e nel Lazio: "Un colpo di grazia alla disastrosa gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio". L’affermazione, rivolta al sindaco capitolino e al presidente di Regione, arriva in concomitanza con il sequestro della discarica di Albano (Roma). In seguito a una indagine delle fiamme gialle, lo scorso venerdì sono stati messi i sigilli all'impianto.

Cosa rischia la Capitale adesso

Come riportato da Roma Today al proprietario della discarica viene contestato di non essere in possesso della fideiussione necessaria per garantire le operazioni di bonifica e capping dell'invaso. Il centrodestra accusa gli uffici della Regione di aver comunque rilasciato le autorizzazioni. Sarà adesso compito degli inquirenti riuscire a chiarire come stiano realmente i fatti, intanto però la Città Eterna rischia di tornare in piena emergenza rifiuti. Se si riescono a potenziare gli altri siti nella provincia si stima una autonomia di circa dieci giorni, dopo i quali si dovranno per forza trovare delle alternative alla discarica di Albano.

Il consigliere comunale di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo, presidente della commissione Trasparenza, ha dichiarato di non essere affatto rimasto sorpreso che all'impianto siano stati messi i sigilli, disposti dal Tribunale di Velletri, anche perché i comitati civici avevano recentemente già mosso diversi rilievi in Commissione Capitolina Ambiente. Ha poi aggiunto: “Dopo una campagna elettorale e un insediamento fatto di promesse sul superamento della cattiva gestione della giunta cinque stelle, l'operato del sindaco Gualtieri e del Governatore Zingaretti, anziché vedere una sinergia costruttiva tra due amministrazioni politicamente affini, si sta dimostrando una somma di titubanze e incapacità".

Della stessa idea sono anche gli esponenti di Fratelli d'Italia in Regione, che affiancano i cittadini del territorio che da molto tempo si oppongono all'apertura della discarica. Il consigliere Giancarlo Righini ha detto senza mezzi termini: "La Procura ha messo una pietra tombale sull'ennesimo tentativo di prevaricazione con cui l'asse Gualtieri-Zingaretti, voleva scaricare sui cittadini della provincia, le conseguenze provocate dall'ormai decennale incapacità del Partito democratico di proporre soluzioni in materia di rifiuti".

Scontento da più parti

E in questo attacco contro i dem non poteva certo mancare la Lega che, tramite il suo consigliere regionale Daniele Giannini, ha dichiarato in una nota che, qualora la responsabilità degli uffici regionali nella vicenda dell'autorizzazione senza i dovuti requisiti della discarica di Albano dovesse essere confermata, così come ha ipotizzato il gip del Tribunale di Velletri, si tratterebbe di un fatto grave. E che ancora una volta, l'ennesima, getterebbe un'ombra sulla gestione di un tema così importante come quello dei rifiuti da parte della giunta regionale targata Pd. Giannini ha infine affermato di confidare nel lavoro della magistratura per accertare tutte le responsabilità, dicendosi ben consapevole del fatto che, per quanto riguarda i rifiuti, la popolazione laziale non è per nulla contenta del lavoro fatto dalle amministrazioni dem.

Scontenta anche la lista Calenda che ha sottolineato ancora una volta l’incapacità di gestire l’emergenza. In una nota il consigliere capitolino Francesco Carpano ha infatti precisato: “Non avere impianti di proprietà pubblica sui quali esercitare un diretto controllo mette Roma in condizioni di costante vulnerabilità, come fosse appesa ad un filo. In questo caso il proprietario della discarica non ha dato la garanzia finanziaria, prevista per legge, per la sua successiva bonifica". Da più parti si pretendono risposte che solo il primo cittadino di Roma, il presidente di Regione Lazio e la municipalizzata Ama possono dare.

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