Termovalorizzatore, Calenda d'accordo con la Lega

La Lega chiede un nuovo termovalorizzatore e la lista Calenda appoggia la proposta

Termovalorizzatore, Calenda d'accordo con la Lega

L’immondizia di Roma riesce anche a far unire due partiti di idee opposte. La Lega ha infatti proposto la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore e la lista Calenda l’ha appoggiata. I consiglieri di Azione hanno idee molto simili, almeno per quanto riguarda i rifiuti romani, a quelle dei leghisti. E così, come ha raccontato RomaToday, nell’aula Giulio Cesare le due parti hanno votato lo stesso ordine del giorno. Per buona pace del neosindaco Roberto Gualtieri, colui che lo scorso novembre aveva promesso ai romani che avrebbe ripulito la città entro Natale, forse senza specificare di quale anno.

Uniti per un nuovo termovalorizzatore

Insomma, Calenda e la Lega vogliono la stessa cosa: un nuovo termovalorizzatore, un impianto di incenerimento e recupero energetico che sia però di ultima generazione. Magari come quelli già in uso in altre capitali europee. I consiglieri della Lega Fabrizio Santori e Simonetta Matone hanno presentato l’ordine del giorno in sede di votazione al bilancio di previsione. Naturalmente è stato subito bocciato dalla maggioranza dem, ma ha trovato consenso tra i consiglieri di Calenda, che sono sempre stati dei sostenitori della termovalorizzazione, vista come soluzione ai tanti problemi legati ai rifiuti che da anni affossano Roma.

Il consigliere Santori ha tenuto a dire:“Il nostro odg sul termovalorizzatore è stato bocciato dal Pd, 12 pagine di soluzioni per chiudere il ciclo dei rifiuti, abbattere i costi della Tari e pensare di uscire dall'emergenza in cui proprio la sinistra ha fatto piombare Roma, sono stati respinti da una maggioranza che preferisce l'oltranzismo alle proposte di buon senso e di valore". Applausi e consensi dalla lista Calenda. E proprio il consigliere Francesco Carpano, subentrato da poco a Carlo Calenda, ha così commentato: “Noi votiamo e voteremo nel merito delle proposte, senza guardare da dove le stesse provengano".

Ha poi aggiunto che “il voto della maggioranza esprime una preclusione ideologica contro questo tipo di impianti che, ricordiamo, sono presenti in tutte le grandi città d’Italia. Roma, a conti fatti, anche con una buona raccolta differenziata, ha bisogno di maggiore capacità di chiusura del ciclo per 400mila tonnellate. Votare contro questo ordine del giorno significa chiudere gli occhi di fronte all'evidenza ed accettare che Roma continui a pagare impianti di altre città per trattare i propri rifiuti".

A che punto è il termovalorizzatore di Acea

L’iter per l'autorizzazione finale alla quarta linea del termovalorizzatore di San Vittore nel Lazio, di proprietà di Acea, va avanti. Non senza qualche problema. Durante l’ultima seduta della Conferenza dei servizi la Soprintendenza ha detto un chiaro no alla quarta linea del termovalorizzatore di San Vittore. Infatti, durante l'ultima seduta, che si è riunita da remoto lunedì 10 gennaio, è emerso il parere negativo dell'ente che fa capo al ministero della Cultura.

Il progetto in questione era stato fortemente voluto da Acea, proprietaria dell'impianto, per riuscire ad arrivare a bruciare 186mila tonnellate di combustibile da rifiuti l'anno, che si andrebbero in questo modo ad aggiungere alle 345mila già lavorate dalle tre linee in esercizio. Queto tipo di impianto darebbe un grande aiuto a Roma, che al momento si vede a portare fuori regione gran parte dei rifiuti trattati negli impianti di trattamento meccanico-biologico e nei tritovagliatori.

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