Coronavirus

Ecco gli "sciacalli" delle mascherine: vendute a peso d'oro e senza certificazione

Centinaia i dispositivi di sicurezza sequestrati da Guardia di Finanza e Carabinieri nella Capitale. Mascherine vendute a peso d'oro o senza certificazione in diversi negozi e farmacie di Roma e provincia

Ecco gli "sciacalli" delle mascherine: vendute a peso d'oro e senza certificazione

Artigianali, difettose, senza certificazione. Complice l’emergenza coronavirus la truffa delle mascherine vendute a prezzi esagerati è dietro l’angolo. Specialmente nella Capitale, dove ormai i dispositivi di protezione sono diventati introvabili in quasi tutte le farmacie. Il titolare di una sartoria del quartiere portuense ne aveva confezionate decine pronte per essere vendute. Peccato che non fossero conformi alla normativa europea nonostante l’azienda le avesse pubblicizzate come tali. L’accusa per lui è stata di frode in commercio.

Anche una attività commerciale della Romanina, alla periferia Est di Roma, andava avanti un traffico illegale di dispositivi di sicurezza acquistati tramite canali irregolari e rivendute a caro prezzo. Le mascherine erano nascoste sotto il bancone e consegnate soltanto ai clienti fidati. Per accaparrarsene una si può spendere dai 16 ai 35 euro ed oltre. In un paio di farmacie del centro storico, ha svelato La Repubblica, le maschere FFP2 vengono vendute a 20 euro a pezzo. La colpa è di chi le produce che ha alzato i prezzi, si difendono gli esercenti. Ma di sicuro c’è chi ci sta marciando.

Come un negozio di articoli sanitari di Santa Marinella, in provincia di Roma, che vendeva le FFP2 ad un prezzo maggiorato del 400 per cento rispetto al valore di mercato. I tre titolari del negozio sono stati denunciati. Il reato commesso è quello di "manovre speculative sulle merci". Anche in una farmacia di Guidonia Montecelio le mascherine venivano vendute sottobanco a 35 euro l’una, nonostante in vetrina fosse stato esposto un cartello che informava i clienti dell’esaurimento delle scorte. Invece, ben nascoste nel retrobottega c’erano 228 maschere pronte ad essere vendute ad un prezzo cinque volte superiore a quello di mercato.

"Dall'inizio dell'emergenza sono state centinaia le attività commerciali di Roma e provincia controllate per verificare la corretta esposizione dei prezzi al pubblico e sventare ogni possibile pratica speculativa, commessa approfittando dell'aumento vertiginoso della domanda di mascherine e disinfettanti", ha reso noto la Guardia di Finanza in un comunicato. Finora i "dispositivi di protezione individuale" sequestrati dagli uomini delle Fiamme Gialle di Roma sono state 700. E i controlli a tappeto non si fermeranno per tutta la durata dell'emergenza sanitaria per il coronavirus.

Non solo per sanzionare i "furbetti" che speculano sulle ansie e sulla salute dei cittadini. Ma anche per risalire all’origine della "filiera" illegale. E non ci sono solo le mascherine. La speculazione va avanti anche sui prodotti considerati di prima necessità nel decreto di Palazzo Chigi per evitare la diffusione della super polmonite arrivata dalla Cina. Anche gel disinfettanti e guanti in lattice o nitrile sono introvabili. E una farmacia del centro ha deciso di fare affari vendendo i prodotti anti batterici ad un prezzo 8 volte superiore a quello di mercato.

Anche in questo caso i titolari sono stati sanzionati dalle forze dell’ordine.

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