Cronaca locale

Evade dai domiciliari: “Non sopporto più mia moglie, meglio il carcere”

Un trentenne albanese ha preferito chiedere di tornare dietro le sbarre piuttosto che restare in casa con la consorte

Evade dai domiciliari: “Non sopporto più mia moglie, meglio il carcere”

Un trentenne albanese è evaso dagli arresti domiciliari per recarsi in caserma e chiedere ai carabinieri di poter tornare dietro alle sbarre: “Meglio in carcere che nello stesso appartamento con mia moglie”.

L’uomo, che era stato arrestato per questioni di droga, deve aver ritenuto troppo alta la punizione di dover trascorrere in casa, con la dolce metà, la pena a lui inflitta dal tribunale. Sembra che le discussioni tra marito e moglie siano iniziate fin da subito. Litigi continui anche davanti ai figli che in poco tempo hanno creato una situazione insopportabile, tanto da far preferire al 30enne l’idea di tornare in carcere. L’uomo era infatti conscio che uscire di casa avrebbe voluto dire perdere il diritto ai domiciliari. Nonostante ciò ha però deciso di imboccare la strada verso la caserma dei carabinieri di Guidonia Montecelio, comune in provincia di Roma.

Il marito: "È un inferno"

In serata il 30enne è giunto davanti al militare di servizio alla tenenza di largo Centroni e ha fatto la sua insolita richiesta: “Sono evaso, vi prego, accompagnatemi in carcere”. Ha poi raccontato ai militari della compagnia di Tivoli, diretti dal capitano Francesco Giacomo Ferrante, di quanto fosse impossibile vivere a casa con la moglie, che a suo dire ha un caratteraccio. “È un inferno. Ho paura di perdere la testa. Se non volete che succeda qualcosa di brutto arrestatemi avrebbe confessato ai carabinieri. La sua richiesta era chiara: meglio scontare la pena in carcere che ai domiciliari. I carabinieri lo hanno quindi accontentato accogliendo la sua supplica.

Il fuggiasco è stato arrestato con l'accusa di evasione e, una volta informato il pubblico ministero di turno della procura di Tivoli, Giuseppe Mimmo, è stato disposto il trasferimento in carcere. L’albanese si trova adesso nell’Istituto penitenziario di Rebibbia, ma la sua situazione giudiziaria si è però complicata. Dovrà infatti essere giudicato anche per il reato di evasione. Sarà compito del giudice valutare eventuali attenuanti e tenere conto delle motivazioni della sua fuga. Non tutto è perduto. C'è un precedente che potrebbe fare proprio al suo caso.

Il precedente

Non è infatti la prima volta che un marito preferisce fare ritorno in gatta buia piuttosto che trascorrere la pena a casa con l’amata moglie. Lo scorso gennaio, a Crotone, un uomo ai domiciliari era fuggito da casa e si era presentato in caserma esasperato dalla convivenza con la consorte. In quel caso era stato condannato a due mesi e 20 giorni di carcere aggiuntivo, ma la Cassazione aveva deciso di ribaltare la sentenza, e l’aveva annullata giudicando il poveretto "non punibile per tenuità del fatto".

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