Cronaca locale

Il "crack party" in metropolitana: i tossici si drogano davanti a tutti

Un ingresso della metro Vittorio Emanuele chiuso da quasi un anno per lavori di manutenzione si è trasformato in un rifugio per tossici e sbandati. La denuncia dei residenti: "Ormai si trovano siringhe ovunque"

Il "crack party" in metropolitana: i tossici si drogano davanti a tutti

Un “crack party” sotto i portici di Piazza Vittorio. È successo la settimana scorsa all’Esquilino, storico rione multietnico della Capitale. “Avevo appena finito di lavorare quando li ho visti, rannicchiati sulle scalette della stazione, che fumavano la roba dalla stagnola”. Testimone della scena è una ragazza che lavora nel bar di fronte ad uno degli ingressi della metropolitana, chiuso da quasi un anno per lavori di manutenzione.

Due o tre persone intente ad aspirare droga, forse eroina o crack, a due passi da negozi e abitazioni. La scena sarebbe stata immortalata anche in un video circolato nei gruppi social dedicati al quartiere. Nelle immagini si vedrebbe addirittura uno dei partecipanti intento a bucarsi. Le scale che portano alla fermata, nonostante segnalazioni e reclami dei cittadini, sono inaccessibili da mesi, e di giorno si presentano coperte da una coltre di rifiuti. “I clochard ormai ci vanno a fare i bisogni”, racconta una negoziante, indicando un gruppetto di senzatetto romeni che stazionano lì accanto con coperte e cartoni. “Da quando l’accesso è stato chiuso si rifugiano qui e la gente passa alla larga perché ha paura”, si lamenta denunciando un calo del fatturato del 15 per cento.

“Nel quartiere è risaputo che quello è diventato un luogo di malaffare, dove vanno a bucarsi, fumare crack e fare altre cose come dormire o bivaccare”, le fa eco un edicolante. “Il posto si presta, perché – aggiunge – scendendo gli scalini, con la complicità del buio, non ti vede nessuno”. La droga si compra dall’altra parte della piazza, dai nordafricani, e poi si consuma nel primo anfratto disponibile. Così, in questo triste gioco dell’oca, succede che ogni spazio abbandonato venga subito riempito dal degrado. “Le siringhe le troviamo ovunque, basta dare uno sguardo tra le macchine parcheggiate”, denuncia il dipendente del chiosco. La notizia circolata sul web non ha sconvolto neppure Paola, che gestisce una delle chat del quartiere. “Qui ci si droga in ogni angolo della strada”, conferma. “Anche durante il giorno – aggiunge Agnese, un’altra residente – si vedono ragazzi che si bucano in via Pellegrino Rossi”, poco lontano dal luogo dove è successo il fattaccio.

La situazione è precipitata con l’inizio dei lavori di rifacimento dei giardini. L’esercito di sbandati che stazionava all’interno del parco si è riversato sotto i portici, davanti alle vetrine dei negozi e ai portoni. “Gente alterata dall’alcol che si aggira in gruppo disturbando i passanti”, specifica Paola. “Per ora solo verbalmente”, aggiunge. Ma basta poco a surriscaldare gli animi. Di notte il clima diventa esplosivo. Le risse tra i pusher e i clochard ubriachi sono all’ordine del giorno, così come il viavai di acquirenti che vengono a rifornirsi di coca, hashish o eroina. “Denunciare non serve a nulla, tanto dopo pochi giorni sono di nuovo in strada”, constata Agnese rassegnata. Ama il suo quartiere, ma ha due figli adolescenti e quando escono da soli di sera ogni volta è un colpo al cuore. “I portici sono preda di balordi di nazionalità slava che bivaccano, dormono e fanno i propri bisogni a cielo aperto”, attacca Augusto Caratelli, presidente del Comitato difesa Esquilino-Monti-Castro Pretorio. “Dall’altra parte della piazza invece – incalza – ci sono gli spacciatori che non hanno paura neppure della polizia”.

“La situazione è incontrollabile, il rione – denuncia anche Marco Veloccia, consigliere del I Municipio – è in mano ad etnie che si fanno la guerra tra loro, con tutto ciò che ne consegue per residenti e commercianti”.

“Certo – ragiona – lasciare luoghi come questo in stato di abbandono significa incentivare illegalità e squallore”.

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