Cronaca locale

Foibe, la denuncia degli studenti romani: "I prof ci boicottano le iniziative"

I ragazzi di Azione Studentesca denunciano "il vergognoso boicottaggio delle nostre conferenze dedicate all'esodo giuliano-dalmata ed alla tragedia delle foibe in diverse scuole della Capitale"

Foibe, la denuncia degli studenti romani: "I prof ci boicottano le iniziative"

Sei conferenze organizzate nei giorni che precedono quello del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata che non vedranno mai la luce. È una denuncia che lascia l’amaro in bocca quella dei ragazzi di Azione Studentesca, costola giovanile del movimento legato a Fratelli d’Italia.

Delle sette iniziative messe in cantiere dal gruppo per sensibilizzare i coetanei sulle tragiche vicende del confine orientale se ne è svolta una soltanto, questa mattina, all’Istituto Galileo Galilei di via Conte Verde. Le altre, invece, sono naufragate nell’indifferenza dei docenti o in lungaggini burocratiche che hanno il sapore del boicottaggio. Ed è davvero singolare che questo avvenga nei giorni in cui alcuni tabù storici sembrano infranti e persino la Rai apre le porte alla pellicola Red Land, opera prima del regista italo-argentino Maximiliano Hernando Bruno, che rievoca quella pagina di storia strappata. Eppure, nonostante tutto, certi ambienti si dimostrano ancora restii al cambiamento.

Ma cosa è accaduto? “Ci siamo impegnati ad organizzare delle conferenze alle quali avrebbero dovuto partecipare personalità istituzionali e rappresentanti delle associazioni che si occupano di salvaguardare la memoria storica – spiega Leonardo Samà, responsabile romano di Azione Studentesca – ma in un modo o nell’altro la maggior parte di queste è stata boicottata”. Samà racconta di autorizzazioni promesse e mai concesse, di circolari che sono rimaste lettera morta ma anche di sgambetti in corsa. Nel caso di un liceo del centro storico, ad esempio, “ci hanno revocato l’autorizzazione all’ultimo accusandoci di aver organizzato l’iniziativa senza contraddittorio solo perché all’evento avrebbe dovuto partecipare anche un consigliere regionale di Fratelli d’Italia”. E la mediazione non si è raggiunta neppure quando i ragazzi hanno deciso di fare un passo indietro e pur di portare a casa il risultato si sono offerti di rivedere il parterre dei relatori.

Al Galilei, invece, il progetto è andato in porto ma si è trattata di una vittoria a metà. “Ad ascoltare gli interventi del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e dello storico Emanuele Merlino – denuncia Samà – non c’erano tutte le classi”. Almeno quattro sezioni mancavano all’appello perché i professori le hanno tenute in aula a fare lezione. C’è poi chi ha chiesto di allegare della documentazione in più a quella normalmente prevista per questo genere di attività e la documentazione aggiuntiva non bastava mai. “Alla fine – conclude Samà – lo sapete come è andata finire? Che in queste scuole non si terrà nessuna commemorazione per il 10 febbraio, alla faccia della legge che istituisce il Giorno del Ricordo”.

“Credevamo che nel 2019 il negazionismo storico fosse un ricordo passato e invece ci siamo sbagliati”, gli fa eco Francesco Todde, presidente romano di Gioventù Nazionale.

Ma i ragazzi non si scoraggiano e annunciano che continueranno a battagliare “fin quando queste conferenze non verranno fatte in ogni scuola della Capitale” perché “non abbiamo nessuna intenzione di arretrare di fronte al negazionismo fazioso di alcuni professori”.

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