Cronaca locale

Fonte Laurentina, nella terra dei fuochi romana abbandonata al degrado

A Fonte Laurentina da un mese brucia l'immondizia sversata abusivamente nei terreni agricoli. Le aree verdi del quartiere residenziale nella zona sud di Roma sono state abbandonate dalle istituzioni e il degrado ha preso il sopravvento

Fonte Laurentina, nella terra dei fuochi romana abbandonata al degrado

“Ci siamo trasferiti qui perché volevamo vivere immersi nel verde, e invece ora quando si alza un po’ di vento pensiamo soltanto ai veleni che potrebbero entrarci nei polmoni”. Sara è una mamma che abita a Fonte Laurentina. La scuola elementare che frequenta suo figlio è proprio di fronte al terreno in cui da anni vengono sversate abusivamente tonnellate di rifiuti. E dal quale, da circa un mese, si sprigionano i fumi che appestano l’aria di questo quartiere residenziale incastonato nell’Agro romano. Costruito nel 2000, per la maggior parte da cooperative delle forze dell’ordine e delle forze armate, era un’oasi di tranquillità a pochi minuti di auto dal caos del centro città. Ora per tutti è diventata la terra dei fuochi della Capitale.

Ma il caso dei rifiuti interrati che da un mese sprigionano miasmi pericolosi è solo una goccia nel mare di degrado che attanaglia la zona. Negli ultimi anni, infatti, l’area ha sperimentato una vera e propria metamorfosi. Con il passare del tempo gli edifici moderni che svettano nella campagna romana sono stati sfregiati dall’incuria. Le fontane sono diventate acquitrini con il fondo intaccato da una melma verdastra. Antonio, storico residente del quartiere, ci spiega che i tecnici “devono venire a cambiare le pompe da mesi”. “Ma qui non si è visto nessuno”. La sensazione è quella di essere stati abbandonati. Così la tranquillità che caratterizzava questo luogo si è tramutata in stasi. L’acqua ristagna nelle fontane, l’erba incolta fuoriesce dalle aiuole divorando i marciapiedi e inghiottendo la pista ciclabile. Di notte le strade sono battute da malintenzionati e babygang. “I furti nelle auto e negli appartamenti sono aumentati vertiginosamente”, assicura chi vive qui, come Michele Ambrosone, ex poliziotto e vicepresidente del comitato di quartiere Fonte Laurentina. Tanto che i residenti hanno dato vita ad un servizio di controllo del vicinato in collaborazione con la Polizia.

Ma la ferita che brucia di più è quella del parco Pontecorvo. Questa distesa di verde che si estende per ottomila metri quadrati era il punto di riferimento di anziani, giovani e famiglie. Oggi assomiglia ad una giungla. “Il servizio giardini non interviene da anni”, denunciano i cittadini che un anno fa si sono rimboccati le maniche e, grazie agli strumenti messi a disposizione dal colosso francese del bricolage, che ha il suo punto vendita poco distante, sono riusciti a tagliare l’erba. Da allora nessuno si è più preoccupato di sistemare le aiuole. “Il Comune non ha i soldi”, spiegano due operai di passaggio. Nel 2012 la riqualificazione dell’area verde e del centro sportivo è stata affidata dal dipartimento Sport del Comune di Roma all'associazione Sportcity, che oltre a sistemare le strutture già esistenti avrebbe dovuto costruire anche una piscina e una palestra. Oggi tutto l’impianto è praticamente in rovina.

Al posto delle vasche c’è una distesa di erba alta e rovi. “Il problema – ci spiega Ambrosone – è che qui sotto c’è un depuratore costruito per conto di Acea: avrebbero dovuto rimuoverlo ma alla fine, dopo il solito rimpallo di responsabilità, è rimasto tutto così”. L’area fitness all’aperto da circa un anno è distrutta, mentre l’erba sintetica dei campi da tennis e da calcetto è annerita dai falò accesi dagli sbandati che di notte popolano la villa. I vetri infranti delle finestre degli spogliatoi nuovi di zecca minacciano i bambini che vengono qui a giocare. Dentro, ci sono i resti di alcuni bivacchi. Piatti e stoviglie che testimoniano come ormai questa sia diventata la casa di qualche disperato. Come quelli che dopo il tramonto si ritrovano nel casale degli anni ’30 che si trova nella parte superiore del parco. “È stato dato in gestione alla Federazione Italiana tiro con l’arco dopo essere stato ristrutturato negli anni 2000”, ci spiega Ambrosone. “Volevano farci un ristorante, ma non avevano la licenza – prosegue – così lo hanno abbandonato”. Dal 2017 è scaduta anche la concessione e ora a frequentarlo sono le prostitute e i loro clienti, come si evince dai preservativi abbandonati agli angoli delle stanze del piano superiore.

Le pareti interne sono state abbattute e gli infissi divelti. “I danni ammontano a 250mila euro”, mormora l’attivista. Nella voce c’è l’amara convinzione che nessuno interverrà per rimetterlo in piedi. “Le istituzioni devono darci delle risposte”, commenta Sara. “Ormai i bambini al parco non ci vanno più, e, sinceramente sentirci dire che viviamo nella terra dei fuochi ci fa paura”. “La situazione è preoccupante, non è possibile che qui ci si debba ammalare, le istituzioni devono intervenire il prima possibile per ripristinare il decoro”, attacca Laura Corrotti, consigliere regionale della Lega, tra i primi ad intervenire sulla vicenda. Dopo il sopralluogo della sindaca Virginia Raggi e del leader leghista Matteo Salvini, qualche giorno fa sono arrivate le ruspe a sgomberare le baracche dei nomadi che nel terreno invaso dall’immondizia hanno vissuto per anni. Dovrebbe essere il primo passo verso la bonifica.

Ma bisogna fare in fretta: “Mercoledì - ci segnala per telefono Ambrosone - sono riprese le esalazioni dal terreno”.

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