Il killer ha intascato 100mila euro per uccidere Diabolik

La compagna dell’omicida è stata intercettata e al telefono ha spiegato che l’ultrà laziale è stato ucciso con la sua pistola

Il killer ha intascato 100mila euro per uccidere Diabolik

Il killer di Fabrizio Piscitelli, l’ultrà laziale conosciuto con il nome di Diabolik, avrebbe intascato 100mila euro per commettere l’omicidio, avvenuto il 7 agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti. A riferirlo agli inquirenti della Procura di Roma che hanno portato avanti le indagini è stata la ex-compagna di Raul Esteban Calderon, il presunto killer vicino agli ambienti della malavita albanese, che ha rivelato: “Raul mi ha detto che aveva avuto 100mila euro in contanti da Leo e siccome era poco, ma lui non aveva altri contanti, gli avrebbe dato 4 mila euro al mese”. La donna ha anche reso noto il nome di chi ha commissionato l’omicidio: “Leo era il mandante” .

Perchè il killer ha ucciso Diabolik

Il movente, sempre secondo quanto asserito dalla testimone, “era personale, nel senso che Leo era considerato un infame da Diabolik e che stava spargendo, avrebbe potuto spargere questa voce”. Le sue dichiarazioni sono contenute nell'ordinanza di convalida e di misura cautelare. Buscettina, come si è autodefinita, avrebbe deciso di parlare per lasciare quella vitaccia fata di guai e pistole. Come riportato da Repubblica, durante una intercettazione telefonica la donna aveva urlato nella cornetta all’allora suo uomo: “Sei tu che hai ammazzato a Diabolik con la pistola mia, lo sanno tutti. Hai ammazzato Diabolik con la pistola mia, la 9 x 21, m'hai rubato la pistola per fa n'omicidio de m...”.

La pistola a cui si riferisce era stata rubata in una gioielleria durante una rapina ed era poi stata nascosta “all'interno di un’anfora adibita a vaso di fiori” come riportato nell'ordinanza di custodia cautelare. La donna ha quindi raccontato ai magistrati del pool Antimafia di Roma che “l’anfora si trovava davanti l'ingresso dell'abitazione della mamma di un carabiniere, la quale abita sul mio stesso pianerottolo e che ha molte piante”.

Improvvisamente arrivarono i soldi

Da un giorno all’altro però quell’arma era sparita nel nulla. In compenso però erano arrivati dei soldi e le rassicurazioni di Calderon alla sua donna: “Mi disse di non preoccuparmi perché le cose sarebbero cambiate, mi diceva che si vedeva con Leo e che qualcosa sarebbe uscito fuori”. L’argentino aveva giurato fedeltà alla famiglia di Enrico Bennato per la quale sembra che commise anche un altro delitto nel settembre 2020, uccidendo sulla spiaggia di Torvaianica l'albanese Shehaj Selavdi. Forse anche il socio di Diabolik, Fabrizio Fabietti, doveva essere ammazzato, come pensano gli inquirenti. In una intercettazione telefonica risalente al 20 aprile Bennato dice: “Se vengono qui a fa Casalotti, ce rimettono la vita Francè. Tutti e tre ce l'hanno rimessa: Diabolik e quell'altri due. Qui non devono venì a fa i prepotenti a Casalotti”.

E ancora, parlando dei rivali:“Non metti paura manco ar ca..o! Già non metti paura così, perché non fai niente, perché è morto pure quello, a sede su a panchina stava, a fumà a sigaretta, ha preso 'na revolverata qua dietroe uno! E n'altri due de quelli là, quelli che hanno sparato, vabbè so morti quelli che hanno sparato a Leandro'”. Leandro è il fratello di Enrico Bennato che era stato gambizzato quattro mesi dopo che Piscitelli era stato fatto fuori. I sospetti degli investigatori sono stati confermati anche dallo stesso Bennato: “Ha ammazzato Diabolik, lo sa tutta Roma. Le guardie però non c'hanno le prove, io so indagato eh, so indagato de Diabolik”.

Infine, l'uomo ha anche rivelato di aver fatto scappare Calderon dopo il delitto mandandolo in Spagna, perché tutti sapevano che quello sulla spiaggia lo aveva ammazzato lui. Il giudice ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare definendo queste frasi “particolarmente credibili”.

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