Cronaca locale

Il flop del campo sgomberato e quella "vendetta" dei rom

Sulla natura dolosa del rogo al campo del Foro Italico nessuno ha dubbi: "I nomadi si sono vendicati". Intanto le opposizioni denunciano: "La bonifica ha subito una battuta d’arresto, non c’è più budget"

Il flop del campo sgomberato e quella "vendetta" dei rom

"Siamo in quattro e dormiamo qui". "E gli altri dove sono?". "Ma che ne so amore, saranno nei boschi". Eliana, nome di fantasia di una ex inquilina del campo rom di via del Foro Italico, ci parla da un vecchio materasso, buttato a terra assieme a qualche effetto personale e molte buste. Quando le chiediamo dettagli sullo sgombero dell'insediamento si surriscalda e inizia ad agitare le braccia. É davvero arrabbiata: "Dicono che ci danno la casa, il lavoro e invece guarda come siamo ridotti, ci hanno sfasciato la roulotte". Dallo scorso 11 agosto, giorno in cui sono arrivate le ruspe del Campidoglio, presidia ciò che rimane della baraccopoli: una distesa di assi di legno, lamiere, ferraglia ed elettrodomestici di tutte le fogge.

Salito agli onori della cronaca per il servizio delle Iene e l'aggressione a Filippo Roma, il campo è ormai ridotto a un cumulo di macerie disabitate. Lei e i suoi compagni di sventura sono rimasti nei paraggi per cercare di ottenere una sistemazione in extremis. La maggior parte dei nomadi, invece, si è allontanata volontariamente alla vigilia del blitz. "Noi siamo troppo vecchi per muoverci e poi qui c'è l'acqua", dice la nostra interlocutrice scivolando dietro il nastro giallo che sbarra l'ingresso per fare il bucato alla fontanella che serviva la baraccopoli. É mezzogiorno. In giro si intravedono solo un paio di operai indaffarati a smistare le montagne di rifiuti destinati allo smaltimento.

Chi conosce bene la zona ci assicura che spesso non c’è anima viva e che "intrufolarsi nel campo, persino per appiccare un rogo è facilissimo". E infatti giovedì scorso si è sfiorata la tragedia. "Si è alzata una colonna di fumo nerissimo, subito dopo che gli operai se ne sono andati", spiega ancora il nostro interlocutore. Si è trattato di un incidente? La nostra fonte non ha dubbi: "Ma quale incidente, è stata una vendetta o un avvertimento". L'incendio si è sprigionato da una pila di pneumatici. "Non può essere una fatalità, guarda caso è andato a fuoco proprio il materiale più infiammabile del campo, quello che una volta incendiato fa più fumo e crea più caos", continua. Su chi possa esser stato l'autore del gesto è altrettanto sicuro: "Sono stati i rom, lo hanno fatto per dispetto, per vendicarsi dello sgombero, d'altronde la maggior parte di loro è rimasta accampata nella zona". “Da quando hanno mandato via gli ultimi inquilini – racconta un’altra persona che frequenta il centro commerciale accanto all’accampamento – non c’è più il presidio fisso dei vigili”. Per questo anche lei si affretta a tirare le somme: “Sicuramente è doloso”.

Fortunatamente non ci sono state conseguenze gravi, il pericolo però è sempre dietro l'angolo: "Questo posto è una bomba a orologeria a due passi dalla strada, si devono sbrigare a bonificare l'area perché non è sicuro". Sinora, stando a quello che abbiamo potuto ricostruire, sono stati differenziati e portati a smaltimento circa 200 camion di rifiuti. Un lavoro pachidermico, che però è ben poca cosa rispetto a quello che ancora attende di essere sbrigato. Quanto ci vorrà? Probabilmente più del previsto. "Dallo scorso venerdì i lavori di bonifica si sono interrotti perché l’Ama ha esaurito il budget messo a disposizione dal Comune per pagare la ditta esterna", denuncia Holljwer Paolo, consigliere di Fratelli d'Italia in II Municipio. "Sembra assurdo ma è così, temiamo che queste montagne di rifiuti possano rimanere qui per chissà quanto tempo ancora e dopo il rogo di giovedì siamo seriamente preoccupati per la nostra incolumità", aggiunge.

Ad accendere la polemica è anche l’assessorato all’Ambiente del II Municipio, a guida Pd, che denuncia come alla “propaganda” del Campidoglio non siano seguiti “impegni concreti”. L’assessore Rino Fabiano è convinto che la situazione sia destinata a cristallizzarsi: “L’Ama senza soldi non muove una foglia”. Il bilancio dello sgombero, attacca su Facebook, è tragico: “Centinaia di persone sono disperse in giro senza fissa dimora”.

E il rischio che i roghi continuino è concreto, visto che, fa sapere il Municipio, “le discariche diffuse, sono ancora tutte lì in quei luoghi”.

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