Cronaca locale

Migrante urina in strada e minaccia una coppia, il caso alla Stazione Tiburtina

Brutta avvenutura per una coppia di romani di passaggio alla Stazione Tiburtina, minacciati da un migrante con i pantaloni abbassati

Migrante urina in strada e minaccia una coppia, il caso alla Stazione Tiburtina

"Succede oggi, poche ore fa. Donna inseguita alla Stazione Tiburtina da africano con il pene di fuori sul versante orientale dello scalo. Siamo indiavolati". Recita così l'sos lanciato dal Comitato cittadini Stazione Tiburtina ieri sera. L'ennesimo, a dimostrazione che il perimetro del secondo scalo ferroviario della Capitale, interessato in queste settimane dall'abbattimento della sopraelevata, rimane terra di nessuno. Soprattutto sul versante meno affollato, quello che dà su Pietralata.

Proprio qui, Rosa, 39 anni, pendolare romana, si è trovata di fronte ad una scena a cui non avrebbe mai voluto assistere. Stava raggiungendo il posto di lavoro, in largo Beltramelli, ed era appena uscita dallo scalo, quando si è imbattuta in un migrante intento ad orinare. Con lei il marito, Andrea, che non ha potuto mordersi la lingua: "Ti vuoi coprire", gli strilla. Lo straniero, per tutta risposta, gli viene incontro con i pantaloni abbassati e facendo sfoggio (se così si può dire) della sua nudità. Il tutto condito da una serie di improperi e minacce. "Ci ha detto che avrebbe spaccato tutto se non ce ne fossimo andati", racconta la coppia. Si alzano i toni, si sfiora la colluttazione, finché non interviene una delle volontarie del Baobab Experience, l'associazione che da anni gestisce la tendopoli abusiva che si è venuta a creare a ridosso dello snodo ferroviario. "Mi ha domandato cosa fosse accaduto - ricorda Andrea - e quando glielo ho riferito, invece di intervenire spiegando a quel personaggio le buone maniere, ha minimizzato". "Io di lì non ci passo più - aggiunge Rosa, ancora inferocita per l'accaduto - è diventato un ricettacolo di sbandati".

A novembre 2018 le ruspe dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini avevano raso al suolo il maxi-insediamento, ma sin da subito i volontari avevano messo le cose in chiaro, promettendo che avrebbero continuato a offrire assistenza ai migranti. E così è stato. La comunità di stranieri si è presto ritrovata, con sacchi a pelo, tende e tutti i disagi che ne conseguono. È tempo di un nuovo sgombero, sostengono in coro residenti e pendolari. E infatti tramite il Comitato cittadini Stazione Tiburtina è stata inviata una missiva a prefetto e questore. "Oltre a sollecitare nuovamente un vostro intervento per riportare sicurezza in quella parte della Stazione Tiburtina - si legge nella comunicazione - siamo a ribadire che l'episodio dimostra che l'accoglienza e ogni iniziativa caritatevole può essere permessa solo se intelligente". "Iniziative informali come l'accoglienza di immigrati che avviene alla Stazione Tiburtina è tutto meno che intelligente essendo sprovvista di strutture, risorse e competenze", annotano dal Comitato.

"Proprio la mancanza di ogni requisito essenziale crea situazioni come quelle di oggi divenute ormai ricorrenti", è l'amara conclusione.

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