Cronaca locale

Molestata sul bus da un maniaco: "Se hai paura è meglio"

Una studentessa di Roma racconta gli attimi di terrore vissuti su un autobus dell'Atac. Un 50enne l'ha approcciata e molestata. Determinante l'intervento dell'autista che l'ha salvata da conseguenze peggiori

Molestata sul bus da un maniaco: "Se hai paura è meglio"

“Sono stata molestata da un uomo su un bus Atac. L’autista mi ha salvata”. È la brutta avventura raccontata sui social e poi a Repubblica da Lidia Ludovisi, 25 anni, studentessa romana che lunedì sera tornava a casa dopo aver lavorato come baby sitter da una famiglia.

Sola sull’autobus assieme al maniaco

Ha vissuto momenti di terrore la giovane studentessa che lunedì sera, attorno alle 20, è salita sul bus numero 60 della linea Atac al capolinea di Largo Pugliese, nel quartiere Talenti. Inseme a Lidia c’è il conducente, che si trova nel suo gabbiotto di guida. Ma sul bus, vicino alla ragazza si avvicina un uomo, sui 50 anni, visibilmente alterato. L’uomo inizia a parlare alla ragazza, l’approccia, la molesta. “Non stava bene, forse aveva assunto qualche sostanza. Ho chiamato mia mamma, ma non rispondeva. Ho fatto finta che lo avesse fatto e ho iniziato lo stesso la conversazione telefonica per evitarlo. Solo che le domande cominciavano a essere più insistenti e allarmanti: "Che fai, che facciamo stasera?", "Dove andiamo io e te?". E poi, la più terrificante: "Che fai hai paura? Se hai paura è anche meglio". A salvare Lidia da conseguenze peggiori è l’autista che si accorge di quanto accade, fa scendere l’uomo, chiude le porte e sposta il bus da un altro lato della piazza. Così la giovane può scendere, mischiarsi ad altre persone e poi prendere un altro autobus per tornare a casa.

“Ringrazio l’autista che mi ha salvata”

La sera dei fatti Lidia ha spiegato sui social quanto le era accaduto e oggi aggiunge: “Ringrazio l’autista perché se non si fosse accorto dell’accaduto non so come sarebbe andata a finire. Ho raccontato la mia storia perché credo che di situazioni così ce ne siano tante.

Il senso di impotenza che si prova ti resta dentro in modo inspiegabile”.

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