Neonata morta nel campo rom: ecco chi sono i genitori accusati di maltrattamenti

La mamma ha 24 anni e il padre, trentenne, ha precedenti per reati contro il patrimonio. La coppia è accusata di maltrattamenti ed è finita nel registro degli indagati per la morte della figlia di 5 mesi nel campo nomadi di via Candoni

Neonata morta nel campo rom: ecco chi sono i genitori accusati di maltrattamenti

A poche ore di distanza dalla morte della neonata nel campo nomadi di via Candoni, alla Magliana, ad essere iscritti nel registro degli indagati sono i genitori della piccola. L’accusa è di maltrattamenti in famiglia. Per i pm, infatti, il decesso non sarebbe imputabile ad una tragica fatalità ma ad una “conseguenza di altro reato”. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera il medico del 118 che ieri alle 6 del mattino è arrivato nell’accampamento a bordo di un’ambulanza per cercare di salvare la bambina, ha subito notato che il corpicino della piccola era troppo esile per la sua età. “Sembrava avesse un mese e non cinque”, è quello che emerge dalle prime testimonianze.

La neonata potrebbe essersi sentita male, quindi, a causa di uno stato di denutrizione. Le condizioni igieniche nel modulo abitativo in cui viveva con la madre, il padre e tre fratellini, erano indecorose. Secondo gli inquirenti anche questo potrebbe aver contribuito al peggioramento della salute della figlia minore della coppia. La neonata, venuta alla luce lo scorso 23 giugno all’ospedale San Camillo di Roma, e mai sottoposta ad una visita pediatrica, potrebbe essere stata trascurata dai genitori fino al tragico epilogo di ieri. Lo testimonierebbero anche le piaghe sul corpicino riscontrate dal medico che ha prestato soccorso alla piccola.

La mamma, una ragazza bosniaca di 24 anni, respinge al mittente le accuse e spiega come la bambina fosse alimentata a sufficienza. Vive nell’accampamento di via Candoni assieme al suo compagno, con cui ha altri 3 bambini. Un'esistenza al limite, la loro, fatta di espedienti. Lui si guadagna da vivere raccogliendo il ferro, ma secondo quanto si apprende dal quotidiano di via Solferino, avrebbe anche precedenti per reati contro il patrimonio. Dopo l’interrogatorio sono tornati nella baraccopoli, ospiti di alcuni familiari.ù

Gli altri figli della coppia, invece, sono stati presi in carico da una struttura di accoglienza dopo essere stati sottoposti ad uno screening medico nel vicino ospedale Sant’Eugenio, dal quale sono emersi i danni provocati dalle condizioni estreme in cui vivevano all'interno della baraccopoli. Per questo i bambini, di età compresa fra uno e cinque anni, potrebbero essere dati in affidamento. Tra le ipotesi c’è anche quella della perdita della potestà da parte dei genitori, qualora venissero confermate le accuse e accertate le responsabilità dei due nomadi nella morte della figlia in fasce.

Nel campo rom di via Candoni vivono 400 persone.

I bambini sono tantissimi e si ritrovano costretti a vivere in condizioni igieniche disastrose, tra fango, immondizia e degrado. I più piccoli spesso sono protagonisti anche di atti di violenza e vandalismo, in particolare contro gli autobus della vicina rimessa dell’Atac che spesso vengono presi di mira con lanci di sassi per puro divertimento.

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