"Vi uccidiamo": le ore di terrore prima della violenza sulla madre e il figlio

Hanno 16 e 17 anni i tunisini che hanno minacciato, rapinato e pare anche violentato a Roma un loro coetaneo e sua madre prima di aggredire i poliziotti

"Vi uccidiamo": le ore di terrore prima della violenza sulla madre e il figlio

Stanno emergendo nuovi dettagli sulla notte dell'orrore di Roma dello scorso weekend, quando un ragazzino di 17 anni e sua madre sono stati prima rapinati e poi sarebbero stati violentati da due minorenni tunisini, uno di 17 e uno 16 anni. Le forze dell'ordine stanno continuando a raccogliere gli elementi utili per fare chiarezza e ricomporre il quadro. Finora l'unica certezza assodata dagli investigatori è la rapina compiuta ai danni del ragazzo e della madre. Fin da subito il giovane ha riferito agli inquirenti che i due erano amati di coltello ma dell'arma non si è subito avuto riscontro finché non è stata trovata all'interno della minicar che i tunisini hanno sottratto al ragazzo per fuggire.

Ma c'è di più, perché madre e figlio raccontano anche di aver subito violenza sessuale dai due tunisini ed è su questo elemento che gli investigatori stanno concentrando la loro attenzione. I dettagli forniti dai due sono agghiaccianti e delineano una notte dell'orrore con protagonisti due minorenni che agiscono e parlano come malviventi ormai navigati, pronti a tutto e senza paura. "Vedi questo coltello è sporco di sangue perché lo abbiamo usato per uccidere un poliziotto questa sera, non abbiamo paura di ammazzare anche te", hanno detto alla loro giovane vittima prima di farsi consegnare tutto quello che aveva in tasca all'uscita di un locale di Centocelle, così come riporta il Messaggero. Era la notte di sabato e il ragazzo aveva appena terminato una serata tra amici, stava per rientrare a casa quando è stato braccato dai due tunisini.

Il giovane ha raccontato agli investigatori di essere stato minacciato con un coltello alla gola e quella frase "non abbiamo paura di ammazzare anche te" ha fatto gelare il sangue nelle vene al ragazzo. Si troverebbe riscontro di questa azione anche in un video che i due tunisini avrebbero girato durante l'azione e che poi sarebbe stato inviato ad alcuni loro amici. Racconta di essere stato violentato da entrambi prima di venire costretto ad accompagnarli a casa sua: i tunisini vogliono di più. A casa ci sono la madre, sua sorella più piccola e una sua amichetta. Il giovane ha paura, così va in camera sua e prende i pochi euro di cui dispone per consegnarglieli.

Ma i due non si accontentano. Madre e figlio raccontano che uno di loro ha preso la donna e l'ha costretta ad andare in camera da letto, sempre con la minaccia del coltello, dove poi l'ha obbligata a consumare un rapporto sessuale. I tunisini vanno via alle 3.30 del mattino e si portano via anche il ragazzo. Nel frattempo la madre chiama i soccorsi e scatta la caccia all'uomo. È il padre del giovane a dare il contributo definitivo. Lui era fuori città per lavoro ma è stato allertato dalla moglie e a quel punto ha geolocalizzato il telefono del figlio, finito nelle mani dei malviventi. La polizia li ha rintracciati in zona San Giovanni ma la loro cattura è stata tutt'altro che facile, perché i due si sono opposti con grande energia, aggredendo gli agenti.

Davanti alle divise hanno confermato la rapina ma hanno negato le violenze. Al momento sono accusati di sequestro di persona ai danni di un minorenne, rapina aggravata, violenza sessuale su minore, violenza sessuale e lesioni a pubblico ufficiale.

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