Nuovo stadio della Roma, arriva una pioggia di ricorsi

Gli eredi dei vecchi proprietari dei terreni individuati dai Friedkin ne chiedono la restituzione, essendo decaduto oramai da tempo il progetto di realizzazione del Sistema direzionale orientale (Sdo)

Nuovo stadio della Roma, arriva una pioggia di ricorsi

Ulteriori ostacoli sembrano frapporsi tra la Roma e la realizzazione del progetto dello stadio a Pietralata. All'orizzonte si addensano infatti nuove nubi, con una pioggia di ricorsi da parte dei vecchi proprietari di quei terreni espropriati dal Campidoglio nell'ormai lontano 2001 con lo scopo di realizzare il Sistema direzionale orientale (Sdo), progetto oramai da tempo abbandonato.

Gli eredi dei vecchi proprietari degli appezzamenti di terreno siti tra la stazione Tiburtina e la fermata Quintiliani della metro B, infatti, hanno deciso di far valere i propri diritti in tribunale una volta venuti a conoscenza delle intenzioni della società calcistica giallorossa. E questo per il fatto che proprio quelle aree espropriate dal Comune, e quindi cedute forzatamente allo stesso per "questioni di interesse pubblico", sono ora finite nel mirino della famiglia Friedkin, vale a dire un privato e non più un Ente locale.

I ricorsi

I primi ad appellarsi al Tar del Lazio sono stati gli eredi del vecchio propriaterio di nove differenti appezzamenti di terra siti proprio nell'area di Pietralata: si tratta di ben 7.042 metri quadrati compresi tra via della Cave di Pietralata, via di Pietra Sanguigna e via del Casale Quintiliani. Tramite i propri legali, i diretti interessati hanno chiesto "la retrocessione totale del bene", espropriato ormai oltre 20 anni fa per questioni di interesse pubblico che non hanno più ragione d'essere in quanto il progetto del Comune, come accennato in precedenza, è stato oramai accantonato. Il ricorso, peraltro, nasce dalla mancata replica del Campidoglio a un'istanza già inoltrata dai familiari nel 2012 per gli stessi motivi, ovvero la decadenza della cessione forzata per pubblica utilità. Riscorso che, per il momento, si è concluso con una sentenza di inammissibilità espressa dai magistrati amministrativi della seconda sezione del Tar.

Ciò nonostante, tuttavia, nella sentenza è stata inserita una postilla che potrebbe risultare di fondamentale importanza ai fini della controversia. Nella sentenza è infatti previsto che la parte interessata possa "promuovere un'azione di accertamento con il rito ordinario": ciò significa, in pratica, che gli eredi possono comunque tentare la via del tribunale civile.

Una via che gli avvocati di coloro che ritengono un diritto rientrare in possesso dei propri beni confiscati "in ragione della mancata realizzazione dell'opera pubblica ivi prevista ( lo Sdo) e dell'attuale impossibilità di realizzarla per contrasto con lo strumento urbanistico vigente" non escludono di voler percorrere.

La società giallorossa, che ha scelto di andare all in su Pietralata scartando la doppia proposta del Campidoglio (vale a dire quella del terreno fronte Gazometro e quella degli ex Mercati Generali), è stata già informata dei rischi connessi ai ricorsi. I Friedkin paiono intenzionati al momento ad andare avanti, e hanno dato mandato ai propri legali di studiare le carte. La soluzione prospettata dalla presidenza giallorossa per ridurre l'impatto dei ricorsi degli eredi sarebbe quella di dichiarare "di pubblico interesse" anche la realizzazione del nuovo stadio della Roma.

Una soluzione non contemplata dai regolamenti vigenti ma sulla quale il Comune, dopo aver ribadito ancora una volta ai propri interlocutori l'alto rischio legato ai ricorsi, ha intenzione di indagare tramite il pool di avvocati a sua disposizione con lo scopo di verificarne la fattibilità.

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