Omicidio Desirée, il mistero sul cellulare insanguinato

Gli inquirenti hanno trovato un smartphone nel casolare dei pusher coperto di sangue. Pare sia di Desirée

Omicidio Desirée, il mistero sul cellulare insanguinato

L'atroce morte di Desirée Mariottini è ancora avvolta da decine di interrogativi, di "se", di "ma" e di "perché". La testimoniaza del senegalese accorso nel rudere dopo la morte della 16enne di Cisterna di Latina sta smuovendo le indagini. L'uomo parla di sei o sette persone. Di africani e arabi. Dice di aver visto Desirée coperta da un lenzuolo. Morta. Accanto a lei una ragazzina che urlava. Forse la cugina.

Gli inquirenti che indagano sul caso, nelle ultime ore, hanno trovato un cellulare, pare proprio quello della povera 16enne. Lo smartphone, ritrovato nel palazzo occupato da pusher e senzatetto, avrebbe presunte tracce di sangue. Il telefonino sarà adesso analizzato dagli specialisti della polizia scientifica per capire cosa ci sia nella memoria.

La telefonata al 118

Alle 3 di notte di quel maledetto 19 ottobre, una telefonata anonima è partita dal luogo dell'omicidio verso l'ospedale.

Chi ha chiamato i soccorsi alle 3 di notte? Chi aveva bisogno così urgentemente di un ambulanza? Il personale del pronto soccoro, però allertato dall'anonimo è rimasto bloccato all'esterno del cancello di ingresso, sbarrato da catena e lucchetti. Una chiamata a vuoto, quindi. Perché solo l’arrivo dei vigili del fuoco ha consentito di raggiungere il corpo ormai senza vita della ragazza.

Ora diventa fondamentale scoprire cosa è successo veramente a Desirée.

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