Cronaca locale

Allarme Covid nei centri per migranti, la Cgil: "Rischio bomba sociale"

Nel Cas Casilina un migrante è risultato positivo al Covid-19. Bloccato il trasferimento degli ospiti a Nettuno dopo le proteste del centrodestra. E la Fp Cgil avverte: "I centri di accoglienza non possono diventare focolai incontrollati"

Allarme Covid nei centri per migranti, la Cgil: "Rischio bomba sociale"

Dopo il caso del Selam Palace, il palazzo occupato in zona Romanina, dove ci sarebbero almeno tre migranti positivi al Covid-19, a preoccupare ora sono anche i centri di accoglienza della Capitale. A lanciare l’allarme è la Cgil che tramite la struttura della Funzione Pubblica il 2 aprile scorso ha segnalato la presenza di due contagiati in altrettante strutture alla periferia Est di Roma. Si tratta del centro ordinario "Usignolo" e del Cas Casilino.

La protesta del centrodestra

Per questo la prefettura la scorsa settimana ha deciso di trasferire 50 ospiti del centro gestito dalla cooperativa Medihospes sul litorale romano dove si trovano altre due strutture che fanno capo alla stessa organizzazione. Una parte dei migranti, 32, sarebbero dovuti essere sistemati a Nettuno e 18 ad Anzio, per assicurare il distanziamento sociale. Ma l'operazione si è conclusa con un nulla di fatto, dopo le proteste del sindaco del comune di Nettuno e di un gruppo di consiglieri di centrodestra che si sono dati appuntamento davanti al palazzo di via Sele che avrebbe dovuto ospitare gli stranieri.

Una mobilitazione, ha spiegato ieri il primo cittadino Alessandro Coppola in un post su Facebook, dettata da"ragioni di sicurezza sanitaria e di tutela dei migranti stessi e dei cittadini di Nettuno". "In un lungo confronto con la Prefettura di Roma erano state chieste rassicurazioni sui tamponi a tutti i migranti coinvolti e sulla sorveglianza durante il necessario periodo di quarantena – ha spiegato il sindaco - rassicurazioni che non ci sono state fornite".

I migranti saranno sottoposti ai test

Alla fine lo spostamento è stato annullato e i migranti sono rimasti nel centro di via Casilina. Secondo la cooperativa Medihospes, sentita da ilGiornale.it la situazione, al momento, è sotto controllo. Dalla struttura fanno sapere che gli ospiti sono obbligati a rispettare le misure di distanziamento sociale e che tutti gli operatori sono equipaggiati con i dispositivi di protezione.

La persona contagiata è stata trasferita in ospedale per le cure, mentre i compagni di stanza si trovano in isolamento in diverse strutture alberghiere dove verranno sottoposti ai tamponi dalla Asl competente. Anche gli altri ospiti, assicurano dalla Medihospes, effettueranno i test nei prossimi giorni.

L'allarme del sindacato

Nei giorni scorsi la Fp Cgil aveva chiesto "un intervento urgente a livello organizzativo per evitare che il centro diventasse un focolaio non controllato, e in generale, che venissero prese misure complessive per la prevenzione della propagazione del virus in tutti i centri del circuito cittadino, per la tutela della salute degli ospiti e dei lavoratori". "Nel Cas – sottolineava domenica la stessa organizzazione in un comunicato - non ci sono attualmente le condizioni per il rispetto delle disposizioni di sicurezza date dal governo e dalle ordinanze locali, sia per il numero di ospiti presenti che per gli spazi in cui sono collocati".

"In sei in una stanza, bagni e mensa in comune: non è possibile rispettare il distanziamento sociale né l'isolamento", ha denunciato l’organizzazione. "I centri accoglienza non possono diventare, come già accaduto per le residenze anziani, focolai incontrollati di propagazione del virus", continua la nota. "Altrimenti – avverte il sindacato - oltre al pericolo per la salute di ospiti e lavoratori, si rischia l'innesco di una vera e propria bomba sociale". Il centro "Usignolo" di Torre Maura, infatti, è già stato al centro di una rivolta dei residenti contro il trasferimento di alcuni nomadi.

Le polemiche sulla manifestazione a Nettuno

E intanto non si placano le polemiche sulla mobilitazione della domenica delle Palme. Ieri su Twitter Matteo Orfini, deputato del Pd, ha chiesto al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di intervenire ed assicurarsi "che chi ha violato le norme venga immediatamente denunciato". Duro anche Alessandro Capriccioli, consigliere regionale del Lazio di +Europa Radicali che ha accusato i consiglieri di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, di "alimentare odio e razzismo per mere finalità di consenso".

A sostenere il sindaco di Nettuno, invece, c’è Laura Corrotti, consigliera leghista del Lazio."I comuni del litorale non sono parcheggi per immigrati in quarantena", attaccava ieri l’esponente della Lega. "Non possiamo permettere – ha aggiunto - che i centri di accoglienza diventino zone franche a controlli e regole da seguire, sia per la salute dei cittadini sia per il sacrificio enorme che stanno facendo in questi giorni per contrastare il contagio".

E sul caso il deputato di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni è pronto a presentare un’interrogazione al Viminale.

"È assurdo – ragiona - spostare, ricollocare, trasferire immigrati da un centro d'accoglienza all'altro, quando è in corso una pandemia mondiale in Italia".

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