Cronaca locale

Omicidio di Desirée, il Comune di Roma giudicato negligente

La Corte d’Assise non usa mezzi termini nella sentenza di condanna delle quattro persone accusate di aver ucciso la ragazza e annota il disappunto per le condizioni di degrado sociale del quartiere San Lorenzo

Omicidio di Desirée, il Comune di Roma giudicato negligente

Roma Capitale, l'ente territoriale speciale dotato di particolare autonomia che amministra il territorio comunale, riceverà il risarcimento economico per i danni di immagine sofferti in seguito all’omicidio della 16enne Desirée Mariottini, ma deve incassare la tirata d’orecchie dei giudici che considerano il Comune negligente sul controllo dell’area dove la ragazza ha perso la vita. In via dei Lucani si continua a spacciare droga e la criminalità la fa ancora da padrone. La Corte d’Assise non usa mezzi termini nella sentenza di condanna delle quattro persone accusate di aver ammazzato, il 18 ottobre 2018, Desirée Mariottini e annota il disappunto per le condizioni di degrado sociale del quartiere San Lorenzo.

Come riporta il Corriere della Sera, l’edificio dove è stata uccisa la 16enne continua a essere “un supermarket della droga, con un continuo ed evidente via vai di tossicodipendenti”. In conseguenza dell’atteggiamento dell’ente locale, considerato superficiale, i giudici hanno chiesto un supplemento di indagini nei confronti del custode dello stesso stabile. La zona, oggetto di ulteriori approfondimenti giudiziari, è divisa in parti uguali tra Roma Capitale, alcuni privati e un amministratore legale. Tutto è partito in seguito all’omicidio della giovane donna. Gli indagati sono stati condannati per omicidio volontario aggravato. Due dovranno scontare l’ergastolo, mentre gli altri, per i quali non è stato possibile dimostrare che hanno stuprato la ragazza, ci sarà la pena di ventisette e ventiquattro anni e mezzo di carcere.

Desirée Mariottini fu uccisa con un mix di sostante stupefacenti che si rivelò letale per la giovane. Due colpevoli abusarono sessualmente della 16enne e non si preoccuparono di chiamare i soccorsi quando la ragazza cominciò a sentirsi male.

Sarebbe bastato un farmaco per salvarle la vita, elemento che ha spinto i giudici a comminare pene molto severe per gli indagati.

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