Non è questione di "giovanilismo", almeno non per alcuni, ma di naturale e progressiva evoluzione: le coalizioni che si candidano a governare Roma per i prossimi cinque anni hanno messo in campo una folta schiera di under 35. Più in generale, le liste presentate sono piene di giovani. Vale un po' per tutte le formazioni partitiche. L'Urbe, del resto, è uno dei pochi contesti cittadini in cui le sezioni, per quanto a fatica, svolgono ancora un ruolo nella formazione e nella selezione della classe dirigente. Qualche serranda aperta, insomma, si trova ancora.
Enrico Michetti, stando ai sondaggi, dovrebbe piazzarsi sul gradino più alto del podio dopo il primo turno. Il centrodestra romano vanta una lunga tradizione di leader forgiati con la fatica della militanza: Giorgia Meloni è l'esempio più dirompente.
La tradizione della destra giovanile passa, più di altre, per i volantinaggi, per i banchetti e per le affissioni. Per Fratelli d'Italia, studiano da consiglieri municipali Alexander Di Ianni, schierato in VII municipio, Luca Morini in II e Mattia Petricca in IV. Lorenzo Mevi, invece, è un uscente dell'VIII municipio, così come Isabel Giorgi, che è già stata consigliere in XIII. Uscente è pure Sandra Bertucci, che è candidata in II municipio. In quella zona, dove il centrosinistra ha spesso trovato fortuna, però, pure il centrodestra ha radici profonde: "Oggi il cittadino vede una Roma abbandonata e si sente solo", dice la Bertucci a IlGiornale.it. Il livello più alto per chi, tra le liste di Fdi, confida nella vittoria di Enrico Michetti, è quello del Campidoglio: Gloria Morsello è nata nel 1999 ed è candidata in consiglio comunale. Anche Giuseppe Scicchitano, ex capogruppo in II, e Raffaella Rosati ora tentano la corsa per gli scranni del Comune.
Il discorso non cambia per Forza Italia, che a Roma può a sua volta vantare gli esempi nazionali di Antonio Tajani e di Maurizio Gasparri. L'ex presidente del Parlamento europeo si è avvicinato alla politica da liceale e da universitario, così come il senatore Gasparri, che era nelle fila del Fronte della Gioventù. Entrambi hanno frequentato il liceo Torquato Tasso. Per l'Assemblea capitolina, oggi Fi schiera il giovanissimo Simone Leoni. Quest'ultimo, se guarda alla Roma odierna, pensa soprattutto ad un disastro: "Dalla raccolta rifiuti ai trasporti - dice a IlGiornale.it - , passando per la sicurezza e le opportunità per i più giovani, oggi non funziona niente". E la Raggi per Leoni ha regalato a Roma una "notte del malgoverno che sembra non avere fine". Gli aspiranti consiglieri municipali che fanno parte delle nuove generazioni di Fi sono una quindicina: Francesco Canale, Andrea Tassi e Livia Rendina in I, Leonardo Silvi in II, Riccardo Polla Accardi in III, Fabio Negri e Davide Natale in VI, Fabio Santonoceto in VII, Francesca De Martino in VIII, Riccardo Serino e Maria Vittoria Zannini in IX, Lorenzo Di Mattia e Camilla Maiorisi in X, Luca Lombardo in XI, Filippo Morozzi in XIII e Diego Tinoco in XV. Non sono più under-35, ma vale la pena annoverare pure Pietrangelo Massaro, candidato presidente del XII municipio, e Massimo Anticoli, candidato consigliere del V.
La Lega di Matteo Salvini, poi, si dice fiera di avere una cantera così estesa. In effetti, soltanto tra i candidati ai municipi, si leggono una quarantina di nomi che corrispondono a candidati under-30. Il trend è confermato pure per quel che riguarda il Campidoglio. La Lega, per il Comune, ha inserito in lista ben quattro esponenti che non hanno ancora raggiunto i trent'anni: Flavia Anelli, Battestini Eleonora, Edoardo Granai e Federica Mattei. Anche l'uscente Maurizio Politi e l'ex candidata al consiglio regionale Flavia Cerquoni, di certo, non sono vecchie volpi: si tratta di altri centravanti su cui i salviniani possono contare per il consiglio comunale. Tra i candidati al Campidoglio, la Battestini, sentita da IlGiornale.it, pone gli accenti su un impegno che continuerà anche dopo l'appuntamento elettorale. Poi i pilastri: "Giovani, cultura e Giubileo 2025. Non siamo il futuro, siamo il presente", chiosa.
Il filone continua con gli altri schieramenti. Carlo Calenda vanta tra i suoi il più giovane tra coloro che puntano alla presidenza di un municipio. Il renziano Luca Di Egidio, che compete per il VII, il più popoloso di Roma, ha le idee chiare: "Ho accettato la sfida di essere il candidato Presidente più giovane di Roma perché voglio dimostrare con Calenda che la nostra città non è ingovernabile". Tra le questioni urgenti sollevate da Di Egidio, pure la burocrazia, per cui il venticinquenne vorrebbe accorciare di gran lunga i tempi. "Ora dobbiamo vincere questo all-in per fare un'inieizione di competenza alla classe poltica romana", fa presente a IlGiornale.it. E in sostegno di Calenda si è schierato pure quel Roman Pastore, che è stato attaccato dalla sinistra massimalista per la sola esposizione pubblica di un orologio. A Pastore hanno dato del "figlio di papà", un po' come ha fatto Marco Travaglio con il premier Mario Draghi.
Il Partito Democratico, che sostiene l'ex ministro Roberto Gualtieri, non fa eccezione: Flavia Restivo e Giovanni Crisanti hanno rispettivamente 25 e 22 anni, ma già sono in lizza per il Campidoglio. Del resto, di leader politici nati dal basso delle organizzazioni giovanili e dal movimentismo Roma e la sinistra ne conoscono parecchi: Walter Veltroni e Nicola Zingaretti dovrebbero bastare eccome a titolo esemplificativo.
Può seguire le orme dei big anche Lorenzo Marinone, un altro candidato al Campidoglio che è espressione dei Giovani Democratici. Tanti giovani pure nella coalizione che sostiene Virginia Raggi, dunque nel MoVimento 5 Stelle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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