Cronaca locale

"Si è appoggiato a me...", l'orrore del bidello sulla studentessa

Il 62enne è finito ai domiciliari dopo essere stato accusato di aver abusato di una ragazzina minorenne

"Si è appoggiato a me...", l'orrore del bidello sulla studentessa

Un bidello di 62 anni è finito ai domiciliari accusato di aver abusato di una studentessa di soli 17 anni. Il terribile fatto, riportato da Il Messaggero, è avvenuto a Roma, nella foresteria di un istituto tecnico di San Paolo. Nella mattinata di ieri, lunedì 20 aprile, gli agenti del commissariato Colombo hanno eseguito l'ordinanza cautelare della misura degli arresti domiciliari disposta il 16 aprile scorso dal Tribunale di Roma - ufficio del giudice per le indagini preliminari, nei confronti di un uomo italiano di 62 anni.

Il bidello: "Ma è successo tanto tempo fa..."

Quando i poliziotti sono arrivati, il bidello ha cercato di sminuire quanto accaduto giustificandosi: “Ma è successo tanto tempo fa...”. Durante gli anni di lavoro nella scuola, il 62enne era riuscito a farsi benvolere da professori e collaboratori, mostrandosi sempre pronto alla battuta e facendo piccoli lavoretti utili. Anche la preside, che ha allertato la polizia di zona, non riusciva a crederci e ha affermato di essere sconvolta. Ma il racconto della giovane vittima, una studentessa 17enne, ascoltata in audizione protetta, ha purtroppo fatto capire che l’orco, travestito da simpatico e gentile bidello, aveva spesso molestato l'alunna dell’istituto.

Sarebbero stati in particolare due gli episodi che hanno focalizzato l’attenzione degli ispettori della dottoressa Isea Ambroselli. Il primo risalirebbe al terzo anno di scuola (2018-2019), quando la giovane venne costretta a subire molte avances da parte del bidello in corridoio, mentre la stava accompagnando a prendere della carta igienica in uno sgabuzzino. In quella occasione il custode, secondo quanto emerso, allungò le mani per toccare il seno della minorenne e un’altra alunna, casualmente, riprese la scena con il suo telefonino. Il video è stato sequestrato dagli inquirenti e messo agli atti dell’inchiesta. Il fatto più grave si sarebbe invece verificato il 22 settembre del 2020 e da questo sarebbe partita l’indagine che ha poi portato al suo arresto.

Non si esclude che altre ragazzine abbiano subito lo stesso comportamento da parte dell’uomo. “Quel martedì chiedevo di andare in bagno... sulla porta c'era il bidello, un uomo dalla pancia molto gonfia che si era messo sulla porta occupandola tutta. Arrivata sulla soglia si è spostato a volermi fare passare, ma poi si è appoggiato a me con la pancia strusciandosi contro il mio corpo, quindi ha allungato la mano e mi ha sfiorato le parti intime...” ha raccontato la vittima agli investigatori. Dopo quelle parole, visibilmente imbarazzata, la 17enne si è voltata a guardare il fidanzatino. Ha poi proseguito con il terribile racconto: “Mi sono rivolta al bidello. Gli ho detto cosa fai, non ti vergogni? Lui mi ha guardato e ha sorriso come se nulla fosse dicendomi a bassa voce vabbè dai. Sono scappata in bagno”. È stato il ragazzo della studentessa a convincerla a raccontare tutto a una insegnante. A quel punto è stata avvisata anche la preside che ha allertato la polizia.

Gli abusi sessuali sulla minorenne

I comportamenti del bidello, emersi durante le indagini, sono stati considerati dal gip come “non consoni e inopportuni al ruolo svolto” dal bidello. Per esempio i suoi inviti a uscire dall’aula, a salire sull’ascensore con lui e a guardare con insistenza il fondoschiena delle alunne. Il giudice ha scritto che l’indagato “ha consapevolmente, in modo reiterato e quasi sistematico, commesso abusi sessuali sulla minore di anni 18”. Questi abusi sono aggravati anche dall’età della vittima e dal fatto che siano stati commessi all’interno di un istituto di istruzione. Il pericolo che l’uomo riuscisse ad avvicinare la sua accusatrice e a convincerla a ritrattare, o anche a rivedere le accuse fatte nei suoi confronti, hanno reso necessario il suo arresto. Il pubblico ministero aveva chiesto per il bidello anche l’utilizzo del braccialetto elettronico. Il gip non ha però accolto la richiesta, in quanto “non risulta esservi una disponibilità sufficiente”.

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