"10mila euro? Troppe richieste" Scatta il dramma della chiusura

La beffa del "Pronto Cassa", la misura promossa dalla Regione Lazio per dare liquidità a imprenditori e partite Iva. L'ira degli esclusi e di chi non ha ancora visto un euro. Angelilli (FdI): "Appena 3.500 richiedenti su 42mila hanno ricevuto l'ok formale"

"10mila euro? Troppe richieste" Scatta il dramma della chiusura

È una "vittima delle promesse di Zingaretti", Michele, 62 anni, agente di viaggio romano. Si definisce così, adesso che a malincuore è costretto a liquidare la società dopo 42 anni di duro lavoro. "Non ha più senso continuare, sto andando a fondo", si sfoga. La sua è una piccola agenzia di quartiere, una specie di istituzione alla Magliana. È lì dagli anni Ottanta. "Ho fatto viaggiare generazioni di residenti", racconta con una punta d'orgoglio. E adesso: "Dovrò arrangiarmi, sono troppo giovane per andare in pensione e troppo vecchio per trovare un nuovo lavoro, sto pensando di andare a lavorare nei campi". È l'ultimo atto di una tragedia annunciata.

Michele è uno dei tanti imprenditori che il 20 aprile hanno intasato il portale di Fare Lazio alla ricerca di liquidità: 10mila euro a tasso zero per imprese e liberi professionisti da restituire in cinque anni. È un'opportunità che l'agente è determinato a non lasciarsi scappare. Il suo settore è stato uno dei primi a risentire della pandemia. "Il mercato è fermo da metà febbraio, mentre affitto e bollette continuano a correre, sono pieno di debiti", ci spiega. La speranza di rimettersi in sella è un bando della Regione, si chiama "Pronto Cassa", due parole che risuonano nelle sue orecchie come una promessa di salvezza. Le prime difficoltà però affiorano già in fase di precompilazione.

"La Regione Lazio aveva assicurato adempimenti semplificati al massimo, e invece, quando ho scaricato la domanda, mi sono trovato davanti un mattone di trentuno pagine da compilare ed ho dovuto chiedere aiuto al commercialista", ricorda Michele. Il giorno del click day succede l'irreparabile. "Il 20 aprile era impossibile connettersi, perché il portale era sovraccarico, così ho riprovato il giorno successivo ma il bando era già chiuso". Michele è fuori. In meno di 24 ore arrivano 42mila domande, sono dieci volte superiori alle aspettative dell'ente, che ne può coprire appena 5mila. E così dalla Regione si affrettano a chiudere lo sportello. "Se solo avessi avuto quel prestito - dice a denti stretti - mi sarei potuto salvare".

Per Michele non c'è possibilità di ripescaggio neppure adesso che l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Paolo Orneli, ha annunciato un accordo con la Cassa Depositi e Prestiti per estendere la platea dei beneficiari "fino all'ultima delle domande presentate". Tra quelli che sono riusciti a vincere la lotteria del click day c'è Luca, 43 anni, titolare di un centro estetico in zona Cipro. "Io sono riuscito per miracolo a protocollare la domanda", racconta. È stato uno dei primi ad accedere al portale quel lunedì mattina, e anche lui non è riuscito a connettersi. I tentativi proseguono ogni mezzora. Luca entra ed esce per tutto il giorno, finché alle 19.30 non la spunta. E ora? "Mi trovo nel limbo, non ne ho più saputo nulla". Luca ogni giorno accede alla sua area riservata per controllare lo stato della richiesta. La risposta è sempre la stessa. "Risulta che è in fase istruttoria". Insomma, neppure lui ha ancora visto un centesimo. "E meno male che quei soldi servivano a dare risposte alle imprese in attesa che arrivassero i fondi dello Stato", denuncia.

"Noi non abbiamo ancora visto nulla, né dalla Regione né dal governo, ho nove dipendenti a cui ho anticipato una parte della cassa integrazione di tasca mia, affitti e bollette ancora da saldare e più di duemila euro di spese da affrontare per sanificare il negozio e ripartire", aggiunge. La delusione è tanta. "La Regione ci aveva fatto credere che avrebbe erogato le somme in tempi rapidi, invece anche questo è stato un bluff", conclude amareggiato. Corinna, avvocato di 40 anni, è sulla stessa barca. Il lockdown ha massacrato anche gli avvocati, con la possibilità di incontrare i clienti solo via telematica e le udienze sospese. "A noi professionisti ci hanno dato 600 euro a marzo e basta", denuncia. "Ho caricato tutta la documentazione la sera prima e poi, il 20, non senza difficoltà, sono riuscita a protocollarla dopodiché non ne ho più saputo nulla". Corinna si sente beffata: "Nel bando c'era scritto che il 10 maggio sarebbero arrivati gli accrediti, oggi è il 22 ed io non so ancora di che morte devo morire".

Ma che fine hanno fatto le domande di Corinna e Luca? I primi finanziamenti erano attesi entro il 10 maggio, possibile che a distanza di più di una settimana ancora non sia arrivata neppure una risposta? Secondo Roberta Angelilli, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, "appena 3.500 richiedenti su 42mila hanno ricevuto l'ok formale da parte dell'ente" e, di questi, quelli che hanno effettivamente ricevuto le somme promesse sarebbero neppure il 40 per cento. In poche parole, sinora, la Regione non chiuso neppure la partita delle prime 5mila richieste. Il quadro è sconfortante.

"Se per soddisfare 5mila tra imprese e partite Iva siamo già fuori tempo massimo, mi domando quanto ci vorrà prima che vengano erogati i finanziamenti anche ai rimanenti 37mila", annota la Angelilli. La consigliera non crede che la Regione possa farcela, come annunciato, a sbrogliare la mole di pratiche aggiuntive entro i primi luglio. "E meno male che la misura si chiama Pronto Cassa, è un'ironia amara per i tanti imprenditori che avevano bisogno di liquidità immediata già ad aprile e che, se tutto andrà bene, non vedranno un soldo almeno fino a luglio", commenta la consigliera.

La toppa, insomma, sembra essere peggio del buco. "Quelle somme - conclude - servivano a pagare le spese correnti e per riavviare la macchina in attesa della ripartenza, ma così rischiano di arrivare quando ormai sarà troppo tardi".

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