La truffa corre in auto: 4mila clienti nella rete

Offrivano auto bellissime a basso prezzo in cambio di poter apporre sulla carrozzeria degli adesivi pubblicitari. Ma era solo una truffa

La truffa corre in auto: 4mila clienti nella rete

Offrivano auto a prezzi bassissimi, praticamente regalate, in cambio dell’obbligo di applicare delle pubblicità sulle fiancate dei mezzi. L’affare, secondo quanto emerso, era proposto da Adelaide De Civita e Massimiliano Casazza, che sono riusciti a convincere ben 4mila clienti a pagare almeno 6mila euro come anticipo per l'acquisto della vettura. Solo in seguito, ma ormai troppo tardi per poter rimediare, il truffato scopriva di dover pagare per intero la macchina, che solitamente non valeva meno di 25mila euro, perché senza nessun marchio da pubblicizzare apposto sulla carrozzeria.

Una truffa milionaria

Nella giornata di ieri, presso l’aula 27 del Tribunale, sono arrivati 100 acquirenti, venti dei quali rappresentati dallo stesso legale, l'avvocato Alessandro Bottiglieri, per costituirsi parte civile nei confronti dei venditori, che si trovano adesso sotto processo con l'accusa di truffa. Non si parla di pochi soldi. Con le loro promesse sembra infatti che i due abbiano fatto girare qualcosa come 16milioni, molti dei quali finiti nei portafogli di Casazza e De Civita. Il 14 settembre è stata fissata la prossima udienza, durante la quale altre vittime potranno presentare una istanza per costituirsi parte civile nel processo.

I due imputati avevano aperto il loro negozio nel 2015 in via Vibio Mariano, una strada che si trova ai lati della Cassia. In questo posto De Civita e Casazza proponevano quella che, a loro dire, era “l'occasione da non perdere”. Chi voleva poteva, in teoria, acquistare un’auto lussuosa, bellissima, al prezzo di una normalissima utilitaria. C'erano solo due piccole clausole da rispettare affinché si potesse ottenere questo splendido regalo. La prima era che si doveva accettare di appore alcuni adesivi pubblicitari sulle fiancate della vettura, all’altezza degli sportelli. Mentre per l'altra condizione non era possibile scegliere il colore: le uniche auto disponibili erano quelle bianche. Se si accettavano queste due regole il gioco era fatto. In molti ci sono cascati.

In tanti ci sono cascati

Tra il 2015 e il 2019, ad accettare le condizioni pur di avere una bella macchina da sfoggiare in giro per la città a basso prezzo sono stati ben 4mila automobilisti. Una volta arrivati nel negozio della premiata ditta Casazza De Civita, si leggevano il contratto ‘My car, non cost' e, dopo averlo firmato, erano convinti di aver fatto l’affare della loro vita. Ma non era proprio così. Il compratore tirava fuori 6.600 euro e accendeva un finanziamento per pagare a rate l'acquisto a prezzo intero dell’auto. Per cinque anni, ovvero 60 mesi consecutivi, dalle rate sarebbero dovuti essere sottratti tra i 300 e i 400 euro, ossia il corrispettivo dell'affitto a un terzo delle portiere della vettura per poter affiggere gli adesivi pubblicitari. Secondo il pubblico ministero Vincenzo Barba si trattava invece di una truffa. Infatti, dopo che erano state rimborsate poche rate, la coppia smetteva di pagare.

Primo perché non vi era nessun marchio da dover pubblicizzare, e poi perché, secondo quanto contenuto nel codice della strada, non è possibile fare pubblicità sulla carrozzeria di un’automobile privata.

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