Roma«Se quella matta della Prestigiacomo mi fa incazzare anche oggi...». Linguaggio «colorito» il suo, ammetterà poi il ministro allo Sviluppo economico Romani, ma con la collega ministra dellAmbiente restano «rapporti ottimi», non cè «alcun contrasto personale».
Sarà. Certo Paolo Romani, quando pronuncia la sua invettiva contro Stefania Prestigiacomo, sembra proprio «incazzato», come si autodefinisce. E parla con un microfono in mano, consapevole delle telecamere che lo riprendono: e infatti di lì a poco il video (titolo: «Governo al vetriolo») finisce sulla prima pagina di Repubblica online. Daltronde che tra i due titolari di dicastero ci siano stati in queste settimane forti contrasti, che hanno contribuito a bloccare finora il varo del decreto sulle energie rinnovabili, è stato detto e scritto.
Ed è proprio a proposito di quel provvedimento che Romani evoca il ministro Prestigiacomo, durante un convegno a Giussano, in Brianza. Tema dello scontro: il sistema degli incentivi ai produttori di energia fotovoltaica. Romani sottolinea che «vanno dati, a mio modesto avviso, nel momento in cui ci si aggancia alla rete, nel momento in cui Enel dà certificazione che cè stato lallacciamento e quindi che hai fatto veramente i campi fotovoltaici, hai investito sulle macchine. A quel punto ti dò lincentivo».
Secondo Romani, invece, cè qualcuno, «qualche estremista, e purtroppo al ministero dellAmbiente ce ne sono annidati un bel po» (e il riferimento alla Prestigiacomo è facile da intuire), che vorrebbe che gli incentivi economici venissero dati nel momento in cui il titolare dellimpianto autocertifica la fine del lavoro. «Ma dellautocertificazione», prosegue Romani, «consentitemi di dubitare, anche se non in Lombardia per lamor di Dio. Non vorrei che finisse che si danno i soldi e il lavoro invece non viene fatto».
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