Un romanzo per curare il dolore di una figlia

Tra un presente ospedaliero, fatto di rigore e dettagli traumatici, e un passato tanto più vitale quanto più enigmatico, madre e figlia sono unite da mistero, silenzio, distanza della malattia e della vecchiaia

Un romanzo per curare il dolore di una figlia
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Un giorno di aprile la madre, 85 anni, cade. Rimane immobilizzata per 28 ore da una emorragia cerebrale: "È oggi, è adesso. È l'istante che a forza di temere ho perversamente desiderato per sapere se alla fine, un giorno, sarebbe arrivato, e quando, e come, e che ne sarebbe stato di me poi, se avrei ceduto al terrore e mi sarei buttata dal balcone del nono piano, oppure se, al contrario, sarei venuta a stare in quella casa per non abbandonare mai più l'involucro di mia madre". Sul suo corpo in stato vegetativo, la figlia legge la storia di una donna che ha attraversato barriere sociali, Inghilterra operaia, Nouvelle Vague francese, letteratura, identità, culture.

Tra un presente ospedaliero, fatto di rigore e dettagli traumatici, e un passato tanto più vitale quanto più enigmatico, madre e figlia sono unite da mistero, silenzio, distanza della malattia e della vecchiaia, che consentono di immaginare e dunque scrivere. Nato dalla vicenda personale legata all'incidente accaduto a sua madre nel 2022, Ann d'Inghilterra di Julia Deck (Adelphi, pagg. 201, euro 19; traduzione di Yasmina Melouah) mostra, con quel brio cinereo detto anche "humour all'inglese", come la madre sia la forza e l'estraneità, qui non solo per caso incarnata anche da una nazionalità e dall'equivoco richiamo aristocratico del titolo. Mostra anche come solo le famiglie sappiano conservare a dovere i segreti. Mostra soprattutto come l'autofiction sia divenuta salvifica - a dispetto della routine, della burocrazia, dei conflitti e persino del ricatto degli affetti: "Da qualche tempo accarezzo l'idea di un libro in cui potrei finalmente dire la verità. Come se sapessi cos'è, la verità.

Come se questa verità non risiedesse nei romanzi e grazie all'autobiografia la si potesse affrontare nuda e cruda, invece di doverci girare lungamente intorno. Come se il romanzo fosse solo un artificio per proteggere il quieto vivere delle famiglie".

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