Romeno condannato a 7 anni per stupro: in cella solo due giorni

La strana storia di Luchiean, processato per violenza sessuale di gruppo a Verona nel 2003 e poi misteriosamente scarcerato Soltanto domenica è stato di nuovo arrestato all’aeroporto di Treviso

Romeno condannato a 7 anni per stupro: in cella solo due giorni

Libero, incredibilmente libero. Nonostante dovesse scontare una condanna a sette anni di carcere per sequestro di persona, stupro e violenza. Libero, inspiegabilmente libero. Di sentirsi impunito al punto da girare, lui, delinquente romeno, a testa alta per il Triveneto come nuovo e intoccabile cittadino comunitario. Libero persino di tentare di farla franca e di beffare per una volta ancora l’Italia, le sue leggi, le sue forze dell’ordine. Ma qualcosa, giusto all’ultimo secondo, è andato storto. Qualcosa che ha permesso in extremis agli agenti della Polaria in servizio all’aeroporto di Treviso, domenica sera, di smascherarlo, di ammanettarlo e di portarlo in carcere. Dove avrebbe dovuto essere già dal 2003. Simbolo di una curiosa giustizia dalle larghe maglie, nonché protagonista della sconcertante vicenda, un ventottenne romeno, Ion Luchiean. Che, latitante da quattro anni, era stato condannato nel 2003 dal Tribunale di Verona a 7 anni di galera perché aveva sequestrato e stuprato, assieme ad altri suoi degni compari, una giovane donna di Verona. Peccato che di questi sette anni, avesse scontato solo due giorni. Sì, avete letto bene: soltanto due giorni, dietro le sbarre, e poi fosse stato scarcerato non si sa bene da chi, né come, né perché.
Fatto sta che domenica scorsa Luchiean pensava di riuscire a salire su un aereo diretto da Treviso a Shannon, in Gran Bretagna. Una scelta meditata la sua, tipica di chi, avendo un passato e un presente da nascondere, cerca di infilarsi sull’ultimo volo della giornata, contando sulla stanchezza degli agenti per passarla liscia al controllo dei documenti. D’altra parte, dopo aver scorrazzato in lungo e in largo per l’Italia in questi quattro anni, con la sua faccia di bronzo, Luchiean doveva aver capito che, in seguito al delitto compiuto da un altro suo «illustre» connazionale, a Tor di Quinto a Roma, sarebbe stato meglio per quelli come lui, cambiare aria. Ma gli agenti in servizio allo scalo «Canova», girando e rigirando per le mani il suo passaporto, qualche dubbio, fortunatamente, se lo sono posto. E infatti, poche ore dopo il fermo, l’esame fotodattiloscopico ha rivelato ai poliziotti chi fosse realmente Ion Luchiean, che per tutta la notte era rimasto negli uffici dell’aeroporto, in attesa di essere identificato. Forse possiamo sembrare pedanti ma ci sono troppe cose che non tornano. Sarebbe bello capire, per esempio, perché Luchiean fosse ancora in libertà. E sarebbe anche bello sapere se fossero state richieste misure cautelari alternative alla detenzione in carcere.
In ogni caso, questo è certo, appena tornato in libertà Luchiean aveva fatto perdere le proprie tracce. Era fuggito, rimanendo però in zona. E, facendosi forte delle varie frontiere aperte e dei controlli non proprio capillari, aveva continuato a girare il Veneto, consapevole che, dopo l’ingresso della Romania nella Ue, avrebbe persino potuto riacquistare dignità e agire indisturbato senza nascondersi come un clandestino qualunque. Eppure, altra domanda che dovrebbe esigere una risposta credibile, di decreti di espulsione, negli anni precedenti la condanna veronese, Luchiean ne aveva accumulati diversi, naturalmente mai rispettati. Fino alla definitiva cattura per il sequestro e lo stupro di quella giovane donna nel 2003. Un’impresa schifosa, portata a compimento quando non aveva nemmeno 23 anni e che nel Veneto sembra rinnovarsi con cadenze drammaticamente cicliche, visto che in settembre un’altra donna, brasiliana di 40 anni è stata sequestrata e violentata addirittura sui gradini della chiesa di Spresiano, un piccolo centro in provincia di Treviso, da altri due romeni, uno dei quali è stato arrestato di recente.


Tornando a quell’altro figuro di Ion Luchiean si impone ancora l’ultima domanda al riguardo: qualcuno riuscirà seriamente, questa volta, a fargli scontare non importa se a Treviso o a Verona o in qualsiasi altra patria galera, i residui 6 anni, 11 mesi e 28 giorni di reclusione che gli spettano di diritto?

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