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Il rompicapo della donna trovata morta col bebè

Il decesso risale a giorni fa, dopo il parto in casa. Marito interrogato: era in Svizzera con la figlia e da un mese non si faceva sentire

da Milano
Dovrà spiegare molte cose Carlo Raimondi, 40 anni, che un paio di settimane fa avrebbe lasciato sola la moglie Carmela Cilento, incinta e ormai prossima al parto. La donna infatti è stata poi trovata senza vita in camera da letto, in un lago di sangue, accanto al feto apparentemente nato in modo naturale. Morta almeno da una decina di giorni. Raimondi, rintracciato ieri in tarda serata, dovrà ora chiarire perché non abbia mai cercato sue notizie, o quanto meno perché non si sia allarmato visto il suo prolungato silenzio, perché se ne sia andato in Svizzera portando la figlia di tre anni e mezzo e dove sia stato. Ieri è stato interrogato per oltre cinque ore in Procura a Lodi, dal pm Michela Versini, che ha poi ascoltato anche il fratello dell’uomo, Alberto Raimondi.
La scoperta è stata fatta mercoledì sera poco prima delle 23. I familiari di Carmela, allarmati per il prolungato silenzio chiamano le forze dell’ordine. I carabinieri arrivano all’appartamento al quarto piano di uno stabile di via fratelli Cervi 38 a San Giuliano, paesone nell’hinterland meridionale di Milano. Suonano, nessuno risponde. Vengono allertati i vigili del fuoco che sfondano la porta blindata e, di fianco al letto, stesi a terra, trovano i corpi di Carmela e del figlio appena nato, in avanzato stato di decomposizione.
Arriva il medico legale che, non trovando evidenti segni di violenza sul corpo della donna, stila un referto in cui, in attesa dell’autopsia, indica nell'emorragia post parto la probabile causa del decesso. Infatti non sono state trovate tracce di colpi inferti con coltelli, armi da fuoco o corpi contundenti. Ma, se la donna fosse stata soffocata, le condizioni del corpo non permetterebbero comunque di verificarlo attraverso l’esame esterno del cadavere.
Si scava nel suo passato senza tuttavia trovare elementi particolari. Faceva la parrucchiera, in passato in negozio, ultimamente in casa. Era sposata con Carlo Raimondi, operaio in un’azienda di Paullo, piccolo centro non distante da San Giuliano, e saltuariamente buttafuori in discoteca per arrotondare. L’uomo si sarebbe messo in malattia, o comunque avrebbe ottenuto un permesso dal datore di lavoro, e da un mesetto non andava in fabbrica. Si sarebbe allontanato circa un paio di settimane fa da casa. Lasciando un biglietto alla moglie, trovato dai carabinieri. Sopra c’era scritto grosso modo: «Ci vediamo, vado a risolvere “quella situazione”. Ti amo, a presto, ciao». E con sé aveva portato la figlia di 3 anni e mezzo.
«L’ho fatto per far riposare Carmela, vista la gravidanza», avrebbe spiegato ieri quando ha preso contatto con i carabinieri. E li ha contattati perché avrebbe appreso dai notiziari della morte della moglie. L’uomo avrebbe trascorso questi giorni in Svizzera, chiamando spesso la moglie, senza mai riuscire a parlarle. E per questo si sarebbe limitato a prendere contatto con i suoi parenti che poi hanno chiamato il 112. Mentre non avrebbe mai pensato di anticipare il ritorno. Ieri sera al suo rientro, Raimondi è stato sentito dal procuratore di Lodi (competente per territorio) e dai carabinieri di San Donato.

Per un interrogatorio proseguito fino a notte fonda.

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