Ronaldinho si difende «Mai organizzato feste prima del derby perso»

«Sono stato ospite di un hotel di Milano ma non è vero che ho organizzato la festa e ancor meno veritieri sono i dettagli riportati». Con ritardo, Ronaldinho è passato al contrattacco e sul suo sito è intervenuto per frenare la deriva provocata dalle rivelazioni sulla sua settimana piccante vissuta in un albergo del centro di Milano a pochi giorni dal derby. «Ho lavorato molto negli ultimi mesi per raggiungere i miei obiettivi personali e quelli del Milan. Mi sembra ingiusto che vengano usate immagini vecchie per spiegare un risultato negativo e inventare una storia su di me», è stata la sua difesa.
Ma allora è vero o non è vero che Ronaldinho ha preparato il derby fermandosi a dormire in albergo a Milano e spendendo una cifra enorme, 75mila euro? Galliani e Leonardo hanno preteso spiegazioni convincenti e documentate: il dirigente ha ricevuto dal fratello del calciatore la documentazione della spesa fatta e la copia delle prenotazioni effettuate per ospitare una serie di amici, parenti ed affini arrivati a Milano per il derby (un’autentica tribù, viene da chiosare), il tecnico ha ricevuto dal calciatore garanzie di aver trascorso la notte del venerdì a casa sua, periferia di Varese. Che il Milan dia credito alla ricostruzione (parziale o totale, è tutto da verificare) dell’interessato, è testimoniato dalla decisione di non multare il tesserato.
Sull’episodio si è scatenata una caccia pittoresca. La troupe di Telelombardia ha provato a filmare la famosa suite imperiale dove si sarebbe svolto il raduno brasiliano ma è stata respinta e indirizzata a un albergo concorrente, situato nella stessa piazza, dove Ronaldinho ha alloggiato nei primi mesi italiani. «Dovete andare di fronte», hanno risposto i manager del secondo hotel, segno della tensione che ha contagiato anche gli operatori dell’albergo in questione. Il Milan è infatti convinto che da quegli uffici sia uscita la “soffiata” sulla presenza di Ronaldinho oltre che la cifra spesa dal brasiliano. E poiché è il club a pagare la residenza di Beckham, il risentimento può essere giustificato. Testimoni oculari hanno segnalato Ronaldinho in uscita dall’albergo sabato mattina alle 13, diretto a Milanello. Se è vero che ha dormito a Varese, perché sarebbe passato da Milano prima di tornare indietro a Carnago?
Ma forse l’interrogativo più inquietante è relativo alla gestione mediatica della vicenda. Per la prima volta il Milan, che è stato maestro in materia, si è fatto cogliere in contropiede. Martedì mattina Galliani ha commentato il caso Ronaldinho così: «Affari interni». Voleva sapere prima di esprimere il suo giudizio che è arrivato 24 ore dopo con la mancata multa.

Ma allora, se è andata così come giura Ronaldinho, perché la società ha lasciato in pasto alla pubblica opinione l’immagine di un Ronaldinho lazzarone e professionista inadempiente e non è intervenuta con una nota ufficiale, una comunicazione “para amigos”? Stessa manchevolezza anche nell’affare Seedorf: partirà per Londra lunedì pomeriggio, ma salterà un solo allenamento, fanno sapere da via Turati. Benissimo: ma non era il caso di spiegarlo subito, appena la notizia è uscita sui giornali? Eppure l’ufficio-stampa rossonero è molto ben assortito.

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