Ronaldo pensa alla pensione: per gli altri. Lui non dovrebbe averne bisogno. In Italia cè chi pensa al dopo e aiuta gli atleti a trovar soluzione al futuro. Partiamo da Ronaldo: non sarebbe giusto che anche i giocatori di calcio avessero diritto alla pensione?, si è chiesto lex fenomeno sulla sua pagina nella rete sociale Twitter. «E non lo dico mica per me», aggiunge subito. «Lo dico per il 93% dei calciatori in Brasile, che non guadagnano nemmeno un salario minimo (oggi pari in Brasile a 545 real, circa 250 euro, ndr). Sarebbe giusto che ricevano la pensione, come qualsiasi altro lavoratore?». La protesta lanciata dallex fuoriclasse ha suscitato risposte positive, a patto di escludere «pensionati doro», appunto come lui.
In Italia non è vita facile per gli atleti che si tuffano nella vita reale. Qualcuno si muove meglio, altri faticano. Dicono le indagini che le massime aspirazioni di campioni, e non, dopo lattività agonistica parlano di una vita da giornalista (commentatori), preparatori atletici, allenatori, qualcuno da dirigente. Non contano solo questioni di danaro, ma anche un adattamento alle piccole grandi cose della vita. Spiega Paola Cardullo, pilastro della nostra nazionale di pallavolo: «Sport e mondo reale sono paralleli, ma il salto è tosto». Racconta Valentina Marchei, campionessa del pattinaggio artistico: «Ho girato il mondo per allenarmi e abituarmi al futuro senza paura. Ma stando dallaltra parte, cioè commentando le gare in Tv, quandero infortunata, mi sono accorta che il mio mondo magico può entrare nella quotidianità».
Punti di vista per affrontare il dopo, che non è pensione, ma può diventare ossessione. Oggi in Italia cè una società Gls sportlab che si ha studiato il problema: in un anno ha intervistato 35 atleti e ieri ha presentato un programma di sviluppo che include temi connessi alle esigenze del post carriera.
Ronaldo vuole la pensione per i calciatori più poveri
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