Ronzitti mette il suo nome sull’auto presidenziale

Che tutti i sudditi sappiano, che su quell’Audi grigio metallizzato viaggia Lui, Re Mino, al secolo Giacomo Ronzitti, presidente del consiglio regionale. In principio fu il regale sigillo, «l’Assemblea e il suo presidente» ne possiedono uno tutto loro, decretò un giorno Re Mino, e «dovrà deve essere posto in calce agli atti ufficiali emanati». Adesso arriva lo stemma sul parabrezza. Circolare con la dicitura «presidenza del consiglio regionale» e sotto la scritta, che Lui ha fatto aggiungere: «Presidente». In molti si sono stupiti, nessuno s’è azzardato a fiatare, che vaglielo a contestare, il tentativo di restituire dignità all’alta carica che fino a qui, e dal 1970, è rimasta così poco conosciuta da rasentare il bistrattamento. E poi, c’è da dire che Ronzitti è un Sovrano magari severo, ma certo illuminato. Ha fatto come giustiniano, e ha creato un nuovo codice. Ha impiegato solo un anno e mezzo, e infine è riuscito a dimezzare la moltitudine di editti reali, pardon, leggi regionali, notevolmente semplificando la vita del regno, pardon dell’aula. «È un provvedimento molto importante - ha spiegato ieri con tono solenne il presidente -, perché dal ’71 a oggi erano state approvate 1.580 leggi. Con questo documento diventano 796. Inoltre restano in vigore 51 regolamenti su 93». Alla semplificazione si è arrivati grazie «a un enorme lavoro dell’ufficio legislativo del consiglio, che ha provveduto a integrare le leggi esistenti, ad abrogare norme, a riaccorpare testi. Ora, le norme della Regione sono più semplici e più chiare, e l’iter procedurale è più agevole».

La semplificazione dell’ordinamento rientra nell’ambito del progetto generale di riforma della Regione, iniziato con l’approvazione del nuovo Statuto e del nuovo Regolamento del consiglio. Proprio in questi giorni sono scaduti i 60 giorni durante i quali il Governo poteva impugnare il nuovo Statuto, che diventa perciò pienamente esecutivo. Per Re Mino una vera, anzi reale,«soddisfazione».

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