È un inno alla rosa la XIX edizione di «Orticola» che da oggi fino a domenica nei giardini Indro Montanelli apre la primavera ambrosiana e osanna maggio, mese delle siepi bianche e dei rari mughetti, di cui alla mostra c'è sempre una degna esposizione, ma soprattutto del sontuoso simbolo floreale dell'amore che fa sognare signore e signori. Inglesi, francesi e tedeschi si sono appropriati del culto di questa pianta, la bellezza della bellezza, il mistero del mistero, il sacro del sacro, ma in realtà cultori e ibridatori italiani sono stati maestri giardinieri del fiore tra i fiori.
Una ventina i vivaisti cult in fatto di rose, ciascuno con una quindicina di varietà diverse in questo trionfo del giardinaggio come arte, passione, passatempo che «Orticola» è ormai diventato non solo per Milano ma per il pubblico internazionale, a passeggio tra i viali del parco cercando cappelli di paglia, grembiuli realizzati in stoffe preziose o divertenti, decorazioni da esterno di papere, conigli, voliere e panchine che anche sulle terrazze e sui balconi in centro città alimentano la fiaba verde che è in noi, nati in quell'Eden di cui abbiamo perenne nostalgia. Gianluca Brivio Sforza, presidente di Orticola, ha siglato una convenzione triennale con il Comune, affinché gli utili derivanti dalla manifestazione vadano a favore di nuove aeree verdi pubbliche e per la risistemazione di quelle esistenti, ad iniziare dallo stesso parco Indro Montanelli, che soltanto in questi giorni di vivaismo profuma di vero giardino.
«Dobbiamo trasmettere a tutti ma soprattutto alle nuove generazioni un senso civico botanico» dice Brivio Sforza, che per tre anni avrà l'utilizzo del parco alle condizioni attuali. «Nel 2015 «Orticola» assumerà un valore fondamentale per il settore Verde del Comune - spiega l'assessore Chiara Bisconti -. In questa convenzione ci saranno i musei civici, perché vogliamo dare al giardino il valore culturale che ha sempre avuto».
Dalla rosa di Paestum, oggi classificata come «Bifera» e citata nelle «Georgiche» di Virgilio arrivando fino al XIX secolo, quando Antonio Giovanni Luigi Villoresi creò la «Bella di Monza», la storia dei rosaisti italiani è costellata di successi soprattutto in regioni come il Piemonte, la Liguria, l'Emilia Romagna e la Toscana. Domenico Aicardi, considerato il più grande ibridatore italiano di rose, ha dato vita alle «11 sorelle Aicardi» e insieme a lui altri italiani come Barni e Anna Peyron portano alta la bandiera «bianca, rossa e verde» del fiore italico.
Entrare nel parco Montanelli sarà un'esperienza davvero fantastica. Si dovrà passare atraverso monumentali porte verdi che conducono in un giardino incantato.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.