da Milano
Può anche darsi che la signora Cathy Horyn, autorevole firma del New York Times, non abbia tutti i torti quando scrive «cari italiani, avete perso la vostra raffinatezza» o frasi choc come «per la moda italiana è il tempo delle zoccole». A parte che il tempo di queste ultime è vecchio quanto il mondo, forse la Horyn, un po distratta, non si è accorta di quanto queste sfilate milanesi dedicate al prêt à porter del prossimo inverno abbiano invece innalzato le vette della creatività e della qualità rispetto a un recente passato avvinghiato nelle spire della crisi.
Ripresa fiducia in se stessa e nei mercati, la moda naviga in acque più serene e la professionalità ineguagliabile del made in Italy non può essere messa in discussione. Lo conferma Blumarine della sempre brava Anna Molinari, collezione ricca di sorprese. «Il cambiamento è dentro di me, nella società, nella politica». E allora via le rose, via lo chiffon, via il romanticismo, via la bambola. Ora ci sono «seduzione e mistero, consapevolezza e determinazione», dice la stilista. Cè una rigorosa femminilità fatta di dettagli sartoriali, capi perfetti, stile pulito, tessuti importanti che confermano una tendenza: basta con lapprossimazione. Anna Molinari centra lobiettivo anticipando le nuove voglie delle donne, il desiderio di essere diverse. E le aiuta con linee essenziali e avvitate sviluppate nel raso, nel taffetas e nella duchesse, sottolineando la vita con cinture ricamate e preziose passamanerie in raso e velluto, mescolando le tonalità del grigio in molteplici nuance alla brillantezza del rosso rubino e del verde smeraldo.
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