Rossi critico: «Ci voleva la bandiera rossa»

Pedrosa che vince per la prima volta due gare consecutive in MotoGp e che insegue un mondiale quasi impossibile, Lorenzo che si accontenta del secondo posto ricevendo ignobili fischi sul podio e Valentino Rossi che disputa una seconda parte di gara da ritrovato campione chiudendo terzo, dopo tre gare senza podio. Questi sarebbero stati i temi più importanti della gara di ieri a Misano.
Invece la notizia della morte di Tomizawa, riferita ai piloti dopo la bandiera a scacchi, ha fatto perdere la voglia di parlare un po' a tutti. Non interessano a nessuno i 63 punti di distacco in classifica tra Pedrosa e Lorenzo e il prossimo gran premio d'Aragona, novità del mondiale. Il più scosso è sembrato Pedrosa: «Non ci sono parole, due morti in pochi giorni, la gara è stata perfetta ma ora sono totalmente…» senza riuscire a concludere la frase, con gli occhi persi nel vuoto. Il leader del mondiale invece ha ricordato la persona più che il pilota: «Parlare della gara non ha senso, Tomizawa era un ragazzo molto allegro, siamo tutti molto tristi. Ora tornare a pensieri normali sarà dura»
Valentino, che nel 1993 assistette al tragico incidente di Rainey («Sarebbe meglio cambiare data al gp» il commento amaro di Rossi), aveva incontrato il giapponese qualche ora prima: «Rideva sempre, era forte e un simpaticissimo ragazzo. E' stato un incidente bruttissimo, peccato. Forse in Moto2 i piloti sono un po’troppi, ma un pilota deve aver un po’ di paura per non rischiare troppo».
A mente fredda, il Dottore ha raccontato l'incidente: «É stato bruttissimo. Quella curva si fa a velocità incredibile, è andata bene agli altri due». Rossi ha preso anche posizione sulle polemiche legate alla bandiera rossa non sventolata: «Dovevano mostrarla, si era capito subito che era un incidente brutto, Tomizawa non si muoveva. Quando ho visto l'ambulanza andare piano ho pensato che fosse un'ottima o una pessima notizia».
Ma i piloti pensano alla morte quando guidano? «Quando sei giovane non ci pensi. Poi cresci e inizi a diventare più consapevole ma questo è il nostro sport, la nostra passione». Ancora Pedrosa: «Sento un grande vuoto qui (e indica il cuore, ndr).

L'unica cosa che posso dire è che almeno Shoya è morto facendo quello che amava». Anche Alex De Angelis, coinvolto nell'incidente, ha ricordato Tomizawa: «Sono veramente distrutto, sono vicino alla sua famiglia e a tutti quelli che gli hanno voluto bene».

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