Cronache

Rossi e compagni hanno dato l’anima Alla Samp cominciano a tornare i conti

(...) alla fine lo ha commesso su Rossi. Una squadra che corre da matti, gioca brillante ma non riesce ad andare più in là del 14° pareggio in 27 partite creando dieci occasioni da gol e fallendone nove cosa vuole dall'arbitro? E dal Grifone? Perché non si concentra sul suo scompenso strutturale? Povero Marino, pubblicamente umiliato alla fine da Preziosi. «Sembra che abbiamo perso…», mormorava con l'aria gentile del cane bastonato. Che insulto nei confronti dei Frey, Rossi, Carvalho, Kaladze, Biondini Gilardino e Palacio che hanno tirato l'anima con i denti per non soccombere al cospetto di forze preponderanti. Punticino prezioso in un campionato avvelenato in cui nessuno s'arrende e chiunque può lasciarci le penne, con 33 punti in palio. Vedrete che ridere il Lecce. Viva Marino. Forza Marino. Pensi Preziosi, da giugno in avanti, a muovere meno e sbagliare di meno. La piccola enorme tifoseria rossoblu che paga prezzi da Champions League lo merita «ad abundantiam».
Sampdoria: i conti cominciano a tornare. Riccardo Garrone e Beppe Iachini avevano fissato l'obiettivo minimo di 7 punti in 8 giorni per il trittico Verona-Empoli-Sassuolo: e così è stato. Avevano previsto che in tal caso il distacco dal 6° posto (traguardo blucerchiato ineludibile per fine maggio), attualmente occupato dal Varese, si sarebbe ridotto a 5 lunghezze con 12 partite da giocare, 36 punti in palio: e quell'handicap lì si è addirittura ridotto a 4. Mentre è sceso a un unico punticino il distacco dal lanciatissimo Brescia che ha ceduto a domicilio - dopo aver lottato da pari a pari - al cospetto di un grande Padova, che venerdì riceverà proprio il Varese. E lunedì al Brescia toccherà il durissimo posticipo di Pescara. Nel mezzo (sabato ore 15.00), la Sampdoria ospiterà l'Ascoli. Inutile precisare quali saranno per i blucerchiati le immediate conseguenze della sperabile 11a vittoria o del disdicevole 15° pareggio.
Ciò che balza agli occhi, ripassando la classifica della Sampdoria dopo la «trentesima», è la straordinaria specularità dei risultati ottenuti a Marassi e in viaggio: 5 vittorie, 7 pareggi e 3 sconfitte sia in casa che in trasferta, solo 3 gol segnati in meno (16 contro 19) e solo 3 subiti in più (13 contro 10) in trasferta rispetto a casa. Tutto ciò parla di una Sampdoria che Iachini è riuscito a far diventare grigia, diciamo grigio-perla, da nera che era. Appunto è giunto però il momento che chi deve buttarla dentro batta qualche colpo (Pozzi è a quota 11 in 21 presenze, ma Bertani - frastornato dal caso scommesse - è fermo da una vita a quota 6, mentre Eder e Pellè stanno a zero), intanto che Iachini renda la squadra più propositiva con Krsticic definitivamente in regia, Don Juan e Foggia (o il redivivo Semioli) in staffetta fissa, il migliore del momento tra Obiang e Renan a far legna nel mezzo con l'imprescindibile Munari, e soprattutto due esterni bassi (Berardi o Rispoli a destra, Laczko o Costa a sinistra) finalmente decisi ad attaccare spesso e volentieri le fasce alte a corposo sostegno delle punte designate. Per andare in A ci vuole coraggio. Bando al pari di sicurezza, prima che a non prenderle sì provi a fare un gol in più dell'avversario. Arrivare settimi equivarrebbe all'ennesimo imperdonabile autogol. Vale rischiare. Chi non se la sente si tiri fuori.
Spezia. Ottomila paganti al Picco per una partita di Lega Pro, il derby dei derby con la Carrarese, mitica storia di lotta e governo, bottino di mille e mille bandiere strappate all'Avversario, ma si tratta pur sempre di Lega Pro.

La montagna di marmo ha partorito l'ennesimo topolino (1-1), ma pazienza: l'ambizioso Volpi incontrastato re della pallanuoto non demorda, la seconda città ligure merita la serie B in pianta stabile, con una potenza come Volpi al timone lo Spezia può sostenerla gagliardamente, se Mandorlini a giugno avesse accettato l'incarico sarebbe già cosa fatta, la fetta di Liguria che intende saggiamente ripartire dalle poche cose in grado di non deludere fa il tifo per gli Aquilotti.

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