Rossi sereno sulla Rossa, però che gran fatica...

Molto, non tutto, sta nascosto fra le righe di una frase firmata Casey Stoner, ex stella Ducati e fresco di ritorno alla Honda. Primo giorno di test valenciano, sale in moto, sgasa, rientra, mette a punto, riparte, secondo miglior tempo. «Che cosa mi piace di questa moto? La dolcezza». Ma come? Dolce la Honda ufficiale per tutto l’anno giudicata brusca da gente di talento come Dani Pedrosa e Andrea Dovizioso? Proprio lei? Domata in un batter di ciglio e ridotta alla mitezza di un vespino?
Questo per dire che cosa vuol dire «scuola Ducati». Certo, Casey ha un talento ipertrofico, ma gli anni trascorsi a domare la Desmosedici, splendida bestia a cui solo certi piloti sanno parlare, devono essergli serviti parecchio. Ancor più ieri: miglior tempo con zampata finale davanti al duo Yamaha, Lorenzo-Spies. E Valentino? Solo 15° dietro a Capirossi su Ducati del team Pramac, per cui non ufficiale, molto dietro al compagno a stelle e strisce Hayden, 6°, e all’altra Ducati-Pramac, quella di De Puniet, 8°. Il tutto tradotto in tempi? Rossi a un 1’’ e sette da Stoner, a oltre uno da Hayden.
Ma è proprio qui che le parole di Stoner vanno mandate a mente. Valentino sta facendo il percorso opposto di Casey: è passato da una moto come la Yamaha - inizialmente difficile e da lui sistemata - a una belva che parte del proprio fascino lo deve anche al suo essere viva, da capire, diversa dalle altre, per cui da interpretare e domare. E infatti, nella due giorni valenciana, l’obiettivo di Rossi era prendere confidenza e, soprattutto, scegliere il motore della prossima stagione. La riprova? La sua serenità a fine test e quella del papà della Rossa, l’ingegner Preziosi, che comunque sottolinea: «Sicuramente poteva andar meglio, forse potevamo ottenere più risposte... Per Vale c’è da lavorare sull’anteriore».
Tutto sotto controllo, dunque. Per cui, please, che adesso non si cominci con falsi allarmi motoristici tipo «Valentino e la Rossa non vanno...». No. Il metodo di Vale è questo, quello di Preziosi pure. Prima del via mondiale ci sono altri otto giorni di test e la prossima sessione sarà fra 75 giorni. A Valencia la priorità era scegliere il motore, anche a scapito dei tempi sul giro.

Semmai, l’unica vera incognita è la solita spalla ammaccata che anche ieri ha tormentato il Dottore. Si opererà lunedì, poi due mesi di convalescenza. Ecco, se vogliamo dirla tutta, la Ducati «moto viva» non perdona spalle sbirule. A nessuno. Vale compreso.

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