Rossoblù fortissimi, anche senza evocare improbabili complotti

(...) a successi in serie.
Invece, io ci tengo a dirlo oggi. Quando tutto pare più difficile. Quando Rubinho non sembra nemmeno un lontano parente del portiere che ha salvato la squadra tante volte nella prima parte del campionato. Quando Milito non è più il Milito di prima e (posso bestemmiare per tanti tifosi genoani?) fa rimpiangere il fatto di non aver accettato una carrettata di milioni di euro per venderlo. Quando la forma di tanti altri uomini chiave - Gasperini compreso, talvolta - non sembra più quella dei tempi migliori.
Eppure, continuo a vedere il bicchiere pieno. Perchè, anche con l’Inter, il Genoa ha giocato benissimo. Nonostante gli errori, nonostante gli orrori e nonostante il risultato. Perchè vedere giocare Thiago Motta è qualcosa di divino, nell’olimpo dei cieli dove si librano i De Rossi (lasciate sfogare un romanista innamorato). Perchè (posso bestemmiare per tanti tifosi genoani?), vedere Olivera sabato, che a tanti non è piaciuto, a me ha messo di buon umore. E penso che il Pollo spennerà altre difese come ha fatto a Verona con il Chievo.
Quella che a mio parere va evitata ad ogni costo è la caduta nel circolo vizioso vittimistico che spesso contraddistingue l’ambiente rossoblù. I cartellini gialli «dati scientificamente». I favori degli arbitri agli «altri», anche se questi altri variano di settimana in settimana. La tesi del complotto planetario per affossare il Genoa. Ecco, io credo che i torti ci siano. Ma alimentarli in una triste spirale è il miglior modo per farsi male da soli. E anche per portarsi un po’ di rogna.
In questo quadro, mi sembra invece ottimo e abbondante l’atteggiamento della società. Le risposte di Gasperini alla conferenza stampa dopopartita di sabato sera sono da manuale della correttezza sportiva. Il basso profilo (e sappiamo quanto gli sarà costato, per il suo carattere impulsivo) di Enrico Preziosi, pure. Lo stile e l’educazione uniche di Alessandro Zarbano e Fabrizio Preziosi fanno onore al Genoa e gli fanno già vincere non la qualificazione Champions, ma direttamente lo scudetto della correttezza.
E di questo scudetto - oltre al Principe, a Thiago e a tutti gli altri - va dato merito allo straordinario staff della comunicazione rossoblù, da Luca Barabino che da consigliere di amministrazione dà buoni consigli ma non il cattivo esempio, a un addetto stampa gentlemen come Dino Storace, forse (forse?) il migliore della serie A.

Fino a tutto il suo staff: da Pietro Pisano, dispensatore di passione rossoblù, che sembra un’indossatore, a Vanessa e Corinna, dispensatrici di fascino rossoblù, che sembrano indossatrici. Nonostante scarpe troppo strette che sabato le hanno fatte soffrire. Forse più dei gol sbagliati e del sorriso beffardo di Mou.

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