Lepilogo di quello che a Mediaset chiamano laffaire Mentana, a meno di improbabili dietrofront, sono le dimissioni del giornalista dallazienda e lo stop di Matrix «fino a prossime comunicazioni», ovvero fino alla decisione sul nuovo conduttore. Un pasticcio che si è consumato tutto - pare - a colpi di agenzie e note ufficiali, senza un vero faccia a faccia tra il giornalista e i vertici di Cologno Monzese, nemmeno una telefonata. Da ieri Mentana, direttore editoriale di Mediaset dal novembre 2004, non è più un dipendente dellazienda, e la sua pratica sarebbe già passata allufficio legale e personale dellazienda, per la liquidazione (cifra notevolissima, peraltro). Una vicenda convulsa, una rottura totale risolta nel giro di poche ore, senza alcuna volontà di spostare indietro le lancette dellorologio e ricucire lo strappo. Chiusa forse col sigillo, a leggere quanto avrebbe detto Silvio Berlusconi ieri, durante una cena: «Mentana si dimette? Meglio così, non voglio una primadonna, meglio liberarci di chi non capisce le nostre esigenze» sarebbe stato il commento del premier sulla vicenda.
A far precipitare tutto è stato il tono con cui Mentana ha attaccato la scelta di Mediaset sulla copertura della morte di Eluana Englaro, e - forse ancor di più - il fatto di aver sfogato il suo disappunto con lAnsa, prima che con i vertici dellazienda. Ore 20.26 di lunedì. È ancora in onda il Tg5 quando le agenzie battono la notizia della morte di Eluana. Subito si riuniscono i vertici di Mediaset per decidere cosa fare, come intervenire sul palinsesto per garantire il necessario approfondimento giornalistico sulla vicenda che ha diviso lItalia. La scelta cade su Rete4, dove è in programma una fiction e dove cè Emilio Fede pronto a organizzare la diretta. Meglio, viene decisa una staffetta tra le tre reti del gruppo, senza sovrapposizioni di spazi informativi, con una prima copertura nella porzione centrale (prima e seconda serata), un secondo spazio su Studio Aperto alle 23.30 e infine uno speciale del Tg5 Notte, a chiudere. Nella riunione viene subito scartata lipotesi di stravolgere la programmazione di Canale 5, lammiraglia Mediaset, perché quella di lunedì scorso, proprio quella di Eluana, è anche la serata di uno dei programmi di punta (in termini di share e dunque di investimenti pubblicitari) della rete, il Grande Fratello. Via libera dunque al reality show (che ieri ha fatto il record di ascolti superando il 31%), in panchina Mentana. Esclusa anche lidea di prevedere finestre informative del Tg5 allinterno del Grande Fratello, difficilmente gestibili su un tema del genere in un programma del genere. Ma la decisione dellazienda manda su tutte le furie il suo direttore editoriale (ovvero il responsabile dellinformazione complessiva di Mediaset, e non solo di quella targata Canale 5) che - a poco più di unora dalla notizia della morte di Eluana - prende in mano il telefono e diffonde alle agenzie una nota durissima, dove accusa lazienda di aver sacrificato linformazione per logiche puramente commerciali («Non esiste solo laudience»), e di aver colpito la «credibilità» dellazienda.
Dimissioni che vengono accettate poche ore dopo e ratificate da un comunicato di Mauro Crippa, direttore generale informazione di Mediaset: «Non posso che prendere atto, e di fatto accettare, queste dimissioni. Mentana è un giornalista di grande esperienza che conosce bene le regole della tv commerciale che gli hanno consentito di lavorare in piena libertà e autonomia editoriale».
Ieri mattina, però, cera stata unultima riunione a Mediaset per decidere il da farsi e valutare più a sangue freddo laccaduto. Ma la discussione è durata poco e si è conclusa mantenendo ferma la posizione della sera prima: dimissioni accettate.
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