Antonio Vettese
Anche questa volta il golfo di Biscaglia non perdona, il tratto di mare più temuto del globo, considerato dai navigatori oceanici peggio dell'oceano indiano per la severità delle condizioni. «Giù al sud scappi in poppa - dice sempre Giovanni Soldini -, qui devi quasi sempre bolinare contro un mare impossibile». E nei giorni scorsi così è stato e il maltempo è costato la regata a quattro dei dieci grandi trimarani che partecipano alla Transat Jaques Vabre e che hanno dovuto chiedere soccorso.
«Brossard» di Bourgnon e Caudrelier ha rotto lo scafo centrale ed è stato trainato da una barca a motore nel porto di Guernsey. «Sodebo» di Coville e Vincent ha rotto uno degli scafetti laterali e ha perso l'albero. «Orange Project» dei fratelli Steve e Yves Ravussin ha rotto una traversa di collegamento tra gli scafi e si è ribaltato. «Foncia» di La Cleac' e Foxall si è ribaltato mentre era al secondo posto. Gli equipaggi di Foncia e Orange sono stati recuperati dallo stesso elicottero di soccorso. I danni alle barche sono notevoli, per il momento il bollettino medico riporta solo il ricovero di Foxall con la frattura della clavicola.
«Il mare era immenso», racconta il salvato Coville. «Noi abbiamo passato una notte bella maschia. C'era un mare infame, una cosa schifosa. La partenza doveva essere rimandata - ha detto Giovanni Soldini -; il risultato è che adesso c'è in gara metà della flotta. Noi abbiamo riportato danni alle stecche della randa, abbiamo perso una pala del timone».
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