Il rugby predicato in partibus infidelium, nelle terre dei non credenti: in quella periferia milanese dove tra gli sport che possono convincere un ragazzino a staccarsi dal gameboy cè solo, soltanto e sempre il calcio. E dove invece, con fatica e determinazione, gli evangelizzatori della palla ovale hanno in questi anni creato piccole sacche di accoliti. Sacche localizzate qua e là, senza un disegno o una logica. Si gioca a rugby a Rho ma non a Pero, a Cernusco ma non a Vimodrone. E va a capire perché. Daltronde limprevedibilità è un po nellanima di uno sport dove, come ha acutamente osservato qualcuno, «la palla rimbalza sullerba come la prosa di Joyce sulla sintassi».
Rozzano è una di queste sacche. Ed è a Rozzano che domattina, sfidando brume e primi freddi, si terrà la grande Festa del Rugby dautunno: con duecentocinquanta minuscoli energumeni, dai sei agli undici anni, di otto squadre diverse, che entreranno in campo al suono della cornamusa e se le daranno lealmente di santa ragione.
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